Leggendo il comunicato stampa giunto dalla Guardia di Finanza di Imperia questa mattina, più che il fatto in sé stesso (la prostituzione esiste da quando è comparso l’uomo ed è legale se non c’è sfruttamento), fa specie che a finire nei guai stavolta sono stati due cinesi, che di solito si dedicano ad attività legali.
Stavolta, invece non è stato proprio così e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Imperia, al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo, ha dato esecuzione nei giorni scorsi a due ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Imperia, a carico di due responsabili (un terzo responsabile risulta indagato a piede libero) per il reato di favoreggiamento e sfruttamento aggravato della prostituzione.
Nel corso delle indagini, svolte dalla Compagnia di Imperia anche con attività tecniche, pedinamenti e appostamenti, è emerso che gli indagati sottoposti alla misura cautelare, una cittadina cinese e il suo convivente italiano, avrebbero sfruttato almeno cinque giovani donne straniere di etnia cinese, irregolari sul territorio dello Stato e domiciliate a Milano, facendole prostituire in un appartamento del centro di Imperia.
Il proprietario dell’appartamento, ritenuto consapevole dell’attività svolta, è indagato a piede libero per il reato di
favoreggiamento e il suo immobile è stato sottoposto a sequestro preventivo. I finanzieri hanno appurato che diverse utenze telefoniche, in uso ad uno degli arrestati e ampiamente pubblicizzate su internet, venivano utilizzate per attirare clienti e concordare prestazioni e relativi prezzi.
I due soggetti sottoposti a misura cautelare personale, che organizzavano e agevolavano gli spostamenti da Milano a Imperia delle donne sfruttate, trattenevano la metà dei loro “guadagni”. L’attività illecita, come documentato dalle investigazioni, non ha subìto battute di arresto nemmeno nel periodo in cui erano in vigore, a causa della diffusione del COVID-19, prescrizioni igienico – sanitarie e limitazioni alla circolazione delle persone tra Regioni particolarmente stringenti.
Sono state svolte inoltre indagini finanziarie e patrimoniali al fine di quantificare il giro di affari della prostituzione – stimato nel corso di meno di un anno in circa 130.000 euro –, all’esito delle quali il G.I.P., valutati gli elementi raccolti, ha disposto il sequestro di denaro nella disponibilità degli indagati per un valore di oltre 65.000 euro, corrispondente alla parte degli incassi trattenuta dagli sfruttatori. In relazione a tale aspetto, saranno effettuati ulteriori approfondimenti, finalizzati al recupero a tassazione dei proventi di natura illecita derivanti dallo sfruttamento della prostituzione.
Si è trattato di un’attività di indagine di ampio respiro, che ha permesso di accertare ulteriori reati, anche contro
la pubblica amministrazione, in relazione ai quali sono state interessate diverse Procure in Italia. Difatti, come ha
attestato il GIP nell’ordinanza di custodia cautelare, la rotazione delle donne sfruttate ad Imperia evidenzia contatti criminali con altri soggetti ed organizzazioni in grado di fornire loro “la merce” da sfruttare.
I procedimenti penali sono in fase di indagini preliminari e che, per il principio di presunzione di innocenza, la responsabilità delle persone sottoposte ad indagini sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.
La diffusione del presente comunicato stampa è stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Imperia, in
ottemperanza alle disposizioni del decreto legislativo n. 188/2021.
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