L’email inviata da un tortonese risale ad un paio di giorni fa, all’arrivo in città dei primi profughi ucraini, ma abbiamo atteso un po’ prima di pubblicarla per dargli la massima evidenza possibile perché il problema dei profughi è reale e il futuro non sarà facile neppure per noi, alle prese con una crisi che sarà veramente devastante con impennata dei prezzi, inflazione, e denaro che varrà sempre meno.

Il futuro che ci attende, con ogni probabilità non sarà facile: certo nulla a confronto di quello che sta subendo la popolazione civile che non ha nulla a che fare con i giochi dei potenti ed è inerme.


Un futuro difficile anche per il Covid che probabilmente subirà un’impennata perché nessuno indossa più mascherine e quanti ucraini avranno i virus e lo trasmetteranno?

Ma davvero non si poteva evitare tutto questo? Davvero è giusto chiamare alle armi civili sapendo che molti di loro (che non sono soldati) moriranno sul campo lasciando vedove e orfani aggiungendo dolore all’infinita tristezza che già hanno molti bombi?

Di seguito il racconto del tortonese.

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Egregia Redazione,

come tutti i giorni, gentilmente ospitato da don Renzo direttore della parrocchia di San Bernardino,  alle 14,00 ero ad allenarmi sul campo di basket dell’oratorio retrostante il Santuario, quando sono arrivati alcuni profughi fuggiti dalla guerra in Ucraina, accolti dalla comunità Orionina di Tortona.
Madri con i figli, tutti piccoli, per lo più bambine, ai quali era stato aperto l’oratorio per fare passare qualche ora di svago.
Due bimbette si sono fermate a guardare mentre mi allenavo, composte, silenziose: ho smesso di tirare e mi sono avvicinato porgendo loro il pallone: una lo ha preso e si è messa a palleggiare, nonostante fosse grosso per lei ed allora sono andato a prendere un pallone più piccolo e glielo ho porto.
Le bimbe hanno detto qualcosa che ho capito essere un ringraziamento e si sono messe a giocare, ma vi assicuro che ho fatto una fatica enorme a trattenere le lacrime vedendo la tristezza di quei visini smunti e soprattutto in quegli sguardi spauriti ma pieni di una indescrivibile dignità.
Viene da chiedersi se sia mai possibile che ai nostri giorni possano succedere cose tremende come questa guerra insensata, scatenata da un anacronistico pazzo visionario, al quale non importa nulla della vita umana pur di soddisfare i suoi assurdi desideri, ma la triste eppur bellissima esperienza vissuta oggi mi ha insegnato come ci siano tante brave persone che nonostante terribili esperienze vissute non dimenticano le cose importanti della vita.

Mauro Lugano


FOTO DI REPERTORIO