Nelle prime ore di ieri mattina personale delle Compagnie Carabinieri di Genova Sampierdarena e Novi Ligure (AL), nell’ambito del procedimento penale incardinato presso la Procura della Repubblica di Genova, coordinato dal Sostituto Procuratore Dott. Giancarlo VONA e diretto dal Procuratore della Repubblica f.f. Francesco PINTO, ha dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti di MONACHELLA Emanuele alias Orazio , classe 1956, già condannato in secondo grado per traffico di sostanze stupefacenti aggravato dall’aggravante cd. “mafiosa”, estorsioni continuate aggravate, associazione di tipo mafioso in quanto ritenuto esponente di spicco d el clan “FIANDACA-EMMANUELLO” interno a “C osa Nostra” ed attivo nella provincia di Genova . Contestualmente sono state eseguite due perquisizioni personali e domiciliari: una a carico del predetto ed una seconda, sempre a Genova , a carico di un altro indagato A.I. 72enne anch’egli accusato e denunciato per i reati di usura ed estorsione. Il destinatario della misura cautelare, residente nel capoluogo ligure, sarebbe attinto allo stato da gravi indizi di colpevolezza in ordine ai reati di estorsione e usura , commessi dal 2018 al 2021 in pregiudizio di due imprenditori dell’alessandrino che si erano rivolti a lui a causa delle difficoltà economiche che le rispettive attività commerciali di compravendita di auto/motoveicoli stavano attraversando, ulteriormente aggravate dalla pandemia in corso. Il provvedimento trae origine da una complessa attività investigativa dei carabinieri dei Nuclei Operativi di Genova-Sampierdarena e Novi Ligure, avviata alla fine del 2020 e scaturita da una denuncia presentata da una delle vittime, che però aveva omesso tutte le condotte ascrivibili al MONACHELLA, di cui aveva ben intuito lo spessore criminale. La persona offesa si era infatti limitata a indicare un altro soggetto quale autore di prestiti a tasso usuraio, ovvero il predetto 72enne, individuo percepito come meno pericoloso ma a cui doveva una cifra più alta, infatti da un prestito di poche migliaia di euro, era arrivato ad un debito di circa 50.000 euro a causa degli interessi. Dalle indagini si appurava che l’imprenditore si rivolgeva anche al MONACHELLA pagina 1