Una bella descrizione di quello che accade a Tortona (ma un po’ in tutte le le città) fatta in modo pacato, che spiega il motivo per cui, in tanti, fanno l’elemosina a quei poveri cristi (ma alcuni non tanto visto che vestono firmati e viaggiano col cellulare ultimo modello) davanti ai supermercati cittadini.
Peccato che a volte l’accattonaggio diventa molesto e insistente e a volte il mendicante ha con sé un cane che lascia legato al sole, in una situazione non bella.
E’ quello che é accaduto nei giorni scorsi davanti al supermercato Esselunga di Tortona con l’addetto alla vigilanza che in modo garbato cerca di allontanarlo e il mendicante che risposte duro, a tono, in modo prepotente, fino a quando la nostra lettrice, che assiste alla scena e sfortunatamente per il mendicante, ha gli attributi, chiama la Polizia Municipale di Tortona che risolve la questione.
Ecco il suo racconto
Buongiorno Direttore,
sovente il bisogno umano di sentirsi migliori spinge, inconsciamente, a credere di far del bene porgendo una moneta al mendicante di turno fuori dal supermercato. Si pensa e si agisce con il proprio metro di discernimento: “Poverino, avrà bisogno!” oppure “che vergogna proverei io a dovermi umiliare così!”.
Così il passaggio di mano della monetina nel carrello diventa una assoluzione per le nostre mancanze. Una strategia economica, immediata e benefica.
Si ha così bisogno di lavarsi la coscienza per chissà quali peccati dal focalizzare l’intera nostra salvezza in quell’innocente scambio di denaro da non vedere la pienezza del contesto.
Uno scenario che mi urta profondamente è quello di chi pratica accattonaggio con animali al seguito. Nello specifico, quanto vado a narrare è accaduto davanti all’Esselunga di Tortona.
La temperatura è torrida, c’è un cagnolino legato vicino ai carrelli e l’uomo lì, appostato come un falco in attesa dei clienti. Appena ne intercetta uno, inizia a chiedere denaro. In diversi si sono già avvicinati al box clientela per segnalare le molestie insistenti di questa persona, l’addetto alla sicurezza del supermercato è uscito per invitarlo ad allontanarsi, portando a motivazione le lamentele dei clienti.
E, non ultimo, esercitando il pieno diritto di un privato che non gradisce certi comportamenti nella proprietà di propria pertinenza. La mia attenzione sale, ascoltando i toni della conversazione tra i due: fermo e pacato il vigilante, aggressivo e maleducato l’altro.
Poi il mio sguardo incrocia gli occhi di quel povero cagnolino, stremato dal caldo, e decido di dar voce alla sua silenziosa richiesta d’aiuto.
Prendo il telefono e chiamo il comando della polizia municipale, appena lì dietro, per richiedere un intervento, consapevole del fatto che solo un pubblico ufficiale può intervenire per dirimere la questione, se l’intervento del vigilante privato non è sufficiente. Entro a fare la spesa. All’uscita, trovo tutto tranquillo e nessun cane legato al deposito carrelli. Questa volta è andata così. Grazie alla polizia municipale per l’intervento.
Lettera firmata
FOTO DI REPERTORIO