Un gruppo di lavoro per la valutazione medico-legale dei casi di fragilità non espressamente compresi nell’elenco delle categorie con priorità vaccinale, è stato costituito nell’ambito del Comitato tecnico scientifico dell’Unità di crisi della Regione Piemonte.
«L’obiettivo – spiega l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi – è di autorizzare la vaccinazione di quelle persone che pur manifestando condizioni di salute di estrema gravità, non risultano formalmente appartenere a nessuna delle categorie con priorità previste dal Ministero. Si tratta purtroppo di casi di una certa frequenza, su cui i medici di medicina generale vengono a trovarsi in difficoltà, in quanto non supportati da oggettivi riscontri giuridici che li sollevino da responsabilità nel caso di eventuali vaccinazioni che potrebbero essere considerate “arbitrarie”, vale a dire al di fuori delle categorie indicate dai decreti nazionali».
Da ora in poi, quindi, i casi considerati “dubbi” verranno segnalati dai medici di medicina generale al commissario straordinario dell’Area giuridico legale dell’Unità di crisi, Antonio Rinaudo, il quale li sottoporrà, a seconda delle patologie evidenziate, al Gruppo del Comitato tecnico scientifico competente, che, a stretto giro, si esprimerà sulla legittimità della vaccinazione, autorizzandone o meno l’esecuzione.
«Il caso della donna di Cuneo che vive con due terzi di un solo polmone, ma che non rientra nella categoria delle persone estremamente fragili – rileva Antonio Rinaudo -, è emblematico della necessità di dover operare velocemente per risolvere situazioni palesemente critiche. Attraverso il Comitato tecnico scientifico siamo intervenuti immediatamente per dare la giusta interpretazione e la giusta collocazione alla patologia di cui è portatrice la signora, garantendole un’immediata vaccinazione che non avrebbe potuto avere luogo se si fosse seguito rigidamente il protocollo sanitario indicato nella Tabella 1 della categoria 2 delle Raccomandazioni ad interim del Ministero della Salute».
«In questo modo – aggiunge l’assessore Icardi – superiamo un limite burocratico che paradossalmente rischiava di penalizzare molte persone in condizioni critiche che non vedevano riconosciuta la loro priorità nella vaccinazione, soltanto perché non si riusciva a dimostrarne sulla carta l’effettiva fragilità».