Nella prima Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid-19, l’Associazione Nazionale Alpini si raccoglie deferente per rendere omaggio alle oltre centomila persone strappate ai loro affetti dalla pandemia in Italia; e non può non pensare alle centinaia e centinaia di penne nere “andate avanti” per lo stesso motivo.

Ma, al tempo stesso, si rafforza nella determinazione che l’ha portata a reagire con la tradizionale efficacia, confermando la continuità dell’impegno, che durerà sino alla fine dell’emergenza e certamente anche oltre.


Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, oggi a Bergamo, ringraziando quanti si sono adoperati nell’opera di soccorso e assistenza, ha ricordato in primo luogo gli alpini, che hanno operato, insieme agli artigiani e col sostegno degli imprenditori bergamaschi, il “miracolo” della realizzazione in sette giorni dell’Ospedale nella Fiera di Bergamo, basato su quello campale della Sanità Ana (il più grande ospedale mobile civile d’Europa): un ospedale che è tutt’ora attivo, come back up dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII e come centro tamponi e vaccinazioni, supportato logisticamente dalla Protezione Civile Ana, con squadre di alpini che si alternano ogni settimana. 

Uomini dell’Ana hanno riattivato cinque ospedali dismessi in Veneto e due in Piemonte; hanno montato, a Schiavonia, sempre in Veneto, un grande ospedale da campo donato dal Qatar; hanno curato controlli negli aeroporti, sorveglianza parchi e viabilità, distribuzione farmaci, mascherine e viveri (specie agli anziani nelle località disperse), montaggio di tende per ogni esigenza sanitaria, servizio nei centri per i tamponi, trasporto di anziani verso ambulatori, Rsa, ecc. E nelle prime settimane hanno appoggiato logisticamente i reparti dell’Esercito e dell’Armata Russa impegnati nell’opera di disinfezione di centinaia di strutture. Senza contare sul sostegno concreto in denaro o generi di prima necessità a decine di Rsa e Rsd

Il “Libro Verde – Emergenza sanitaria 2020”, il rapporto sulle attività degli alpini nel periodo febbraio-settembre 2020 racconta di 1,31 milioni di ore di lavoro volontario e di 4,55 milioni di euro raccolti per l’emergenza. Ma l’opera non si è certo conclusa: continua, quotidianamente, specie nei centri attivati per le vaccinazioni, a conferma dell’efficacia dell’operato dell’Associazione Nazionale Alpini, attraverso la sua Protezione Civile, la sua Sanità e degli oltre 300mila soci dei suoi quattromila Gruppi, riuniti in 80 Sezioni, in tutto il territorio nazionale.