Il 3 marzo ricorre la Giornata mondiale della Fauna selvatica e Cia Alessandria torna sul tema insistendo sulla necessità di intervenire sulla legge del 1992 (la 157), ormai obsoleta considerata la popolazione di capi delle specie, più che raddoppiata negli ultimi dieci anni in Italia.

Spiega il presidente provinciale Gian Piero Ameglio: “Le aziende agricole subiscono enormi danni da parte di cinghiali e caprioli in cerca di cibo, spinti sempre più a valle, arrivati anche nei pieni centri urbani nel periodo di lockdown, diventando un grosso rischio anche per la sicurezza stradale e l’incolumità pubblica. A tutto ciò si aggiunge il rischio peste suina, che in Asia ha già compromesso un terzo della produzione cinese di carni suine, creando tensioni sui prezzi con effetti negativi per tutte le nostre aziende zootecniche, che rischierebbero il tracollo nella malaugurata ipotesi di focolai anche in Italia. Abbiamo depositato a livello nazionale, con incontri nelle prefetture di ogni provincia, la proposta di modifica alla legge, che suggerisce di passare dal concetto di protezione a quello di gestione della fauna selvatica”.


Nel documento proposto anche da Cia Alessandria, sono necessarie le seguenti azioni: ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri; distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività; le attività di controllo della fauna selvatica non possono essere delegate all’attività venatoria; deve essere rafforzata l’autotutela degli agricoltori; risarcimento totale del danno; tracciabilità della filiera venatoria.

L’Organizzazione auspica che il nuovo governo prenda in seria considerazione il problema agricolo e auspica la collaborazione dei nuovi ministri Stefano Patuanelli (Agricoltura) e Roberto Cingolani (Ambiente).