Andrea Vochieri, pare abbia trascorso le ultime ore della sua vita al Bar del Teatro, sotto i portici del Palazzo Comunale.
Il nostro eroe, si racconta, pare sia uscito dal locale, abbia imboccato l’attuale via Dante, diretto verso l’arco. Il Governatore Galateri, dal suo ufficio, lo ha scorso, ha ordinato ai suoi uomini di seguirlo, catturarlo, per condurlo alla fucilazione avvenuta, in quello stesso giorno, su piazza d’Armi, l’attuale piazza Matteotti, nei pressi dell’arco.
Il nostro Caffè del Teatro, negli anni successivi, ha vissuto con i bombardamenti soccombendo i danni quando è stato colpito l’edificio del Teatro Municipale, così e definito il Teatro Comunale di Alessandria, distruggendolo a causa di un incendio divampato fra le bombe stesse.
Il medesimo luogo ha avuto l’onore di ospitare il Supercinema, rimasto fino alla sua alienazione, avvenuta per ampliare gli uffici del Comune, occupati ora da vari Servizi, compreso quello Anagrafico, nel tempo ha vissuto periodi splendidi, in oltre un secolo di storia, trascorsi dalla sua inaugurazione; il massimo splendore è stato registrato nell’epoca liberty quando, nella saletta retrostante, opportunamente ridipinta, ha trascorso i migliori anni del boom economico. La soglia è stata varcata da attori, cantanti di primo piano; personaggi della politica, dello sport, nonché dai nomi illustri della cultura, dell’economia della finanza.
Il ricordo più significativo è rivolto ai protagonisti dei seguitissimi Festival di Sanremo. Tutti hanno, chi più chi meno, assaporato le specialità di Rina Amisano; ai frequentatori, Mario Cavalli, ha, da sempre, riservato un qualcosa di speciale: per Erminio Macario c’è sempre stata la bottiglietta di buon vino; per la Lauretta Masiero qualche dolcetto, uscito dall’esperte mani di Rina. E quando l’appetito è soddisfatto, c’è chi osa richiedere un po’ di sporta, da gustare in altri momenti, lontano dalle scene.
L’amico Mario, per accontentare la sua selezionata clientela, in più d’una occasione, sceglie camerieri della stessa prestanza fisica: snelli, pressoché della stessa statura.
La storia ricorda le scarpe di vernice nera, lucidissime; la camicia bianchissima, con i doppi polsini; la giacca indossata appena prima del servizio, per non causare, incautamente, antiestetiche pieghe: un gesto di riguardo riservato ai selezionati avventori.
La clientela annovera un’infinità di altri ricordi ormai non più legati al Teatro, ma agli avvenimenti politici della città.
Il Bar è divenuto punto di ristoro per Consiglieri ed Assessori provinciali e comunali. I gestori ricordano, con particolare affetto, il Sindaco Basile, restato al timone della città per quasi un ventennio (1947 – 1964).
Franco Montaldo