Lory Muratti è polistrumentista, producer, scrittore e regista lombardo. Firma per diversi anni vari lavori sotto lo pseudonimo Tibe, facendosi conoscere nel mondo alternative rock italiano grazie al sound fortemente evocativo a caratterizzarlo quale produttore. Nel 2005 pubblica il primo romanzo intitolato “Valido per due”, edito per Mondadori, dopo tradotto in un tour di spettacoli teatrali-musicali. Successivi sono il libro e il disco, del 2007, per Mondadori/Warner, dal titolo “Hotel Lamemoria” e il progetto “Scintilla”, pubblicato nel 2013, con Feltrinelli/Mescal.

Sul fronte visivo, e del marketing, Lory Muratti si occupa di video-arte nonché di videoclip musicali e visual storytelling.Nei panni di Dj/Vj, ha creato contenuti live per vari brand importanti e si è esibito in club ed eventi internazionali quali Return to New York a Londra, Ballo del Doge a Venezia e Burning Man nel deserto del Nevada. Le sue installazioni come sound designer lo hanno invece portato fino alla Biennale di Venezia 2011. Progetti – quelli del varesino – creati all’interno del proprio laboratorio creativo “THE HOUSE OF LOVE”, casa di produzione audio e video che dirige in un ex ricovero barche affacciato sulle sponde del Lago di Monate. Fra i molti artisti con i quali ha collaborato e diviso il palco figurano Andrew Fletcher dei Depeche Mode, Cristiano Godano, i Marlene Kuntz, Grant Marshall deiMassive Attack, Garbo, Gary Dourdan, i Guano Apes, i Krisma, Leo Abrahams, Lorne Lanning, Luca Missoni ed altri.A seguire l’intervista di Oggi Cronaca a Lory Muratti, per la rubrica Oggi Musica.


Lory, come ti descriveresti in quanto persona e come artista? Descrivere la propria personalità e il proprio universo artistico in poche righe è cosa molto ardua; quello che però posso dire è che credo fermamente di essere sia una persona, sia un artista, mosso dal coraggio – che è necessario mettere in campo per fare scelte fuori dal coro come quella di occuparsi proprio di arte (dacché oggi, in Italia, è appunto una scelta decisamente non allineata e non tranquillizzante dedicarsi ad essa in generale, quale che sia) – e dalla costanza. Nella vita ad ampio raggio, e parimenti nel lavoro, mi prendo quindi la responsabilità di ciò per cui opto che poi, dal mio punto di vista, deve essere sempre perseguito. In sintesi direi che sono un equilibrista tra slanci visionari e pragmatismo creativo, il tutto declinato in produzione musicale, letteraria e visiva.

Il tuo nuovo spoken album si intitola “Lettere da Altrove”: quando e come nasce, e perché la scelta di questo titolo? Lettere da Altrove” nasce durante il periodo di isolamento della scorsa primavera. Periodo che ho trascorso nell’ex ricovero barche sulle sponde del Lago di Monate, in provincia di Varese, dove vivo e dove lavoro. In quel periodo, quando ogni cosa si è fermata, ero alle prese con i preparativi per la pubblicazione di un romanzo e di un concept album ad esso ispirato (formula che perseguo ormai da diversi anni e che è diventata, nel tempo, la chiave di lettura delle mie produzioni). Dopo lo scoramento iniziale, ho sentito il bisogno di tornare a scrivere e a comporre, rifugiandomi nella creatività per provare a dare un senso a tali giorni sospesi. Ed è per l’appunto trascorrendo le giornate in un luogo tanto “distante dal mondo” e occupandomi, grazie alla narrazione che stava prendendo forma, di una dimensione interiore così fortemente evocativa e “abitata da presenze e memorie”, che ho pensato di identificare l’intera progettualità con l’Altrove …Altrove con il quale mi stavo ritrovando in un’inaspettata e sentita “corrispondenza”.

Hai voglia di raccontarci del tuo concept album “Lettere da Altrove” attraverso ciascuna delle otto tracce in esso contenuto? Le tracce che compongono l’album ripercorrono la storia da me narrata nella serie audio-video attraverso la quale il progetto è venuto alla luce, in prima battuta, lo scorso aprile. Prima di diventare un album, “Lettere da Altrove” è stato infatti pubblicato in una forma più immediata. In quelle strane settimane [di isolamento a causa della pandemia], con la complicità di un magazine online, mi sono tuttavia trovato a dare corpo ad un esperimento di produzione e pubblicazione istantanea – esperimento in equilibrio fra le tre forme artistiche a me più care ossia la produzione letteraria (dacché la parola mi serve da centro ed anima della narrazione), la produzione musicale (le colonne sonore le ho create in abbinamento alla storia) e la produzione visiva (non per niente tutto il detto lavoro è stato presentato attraverso delle “pillole video” dentro cui scorreva il testo, accompagnato dalla mia musica). Le otto canzoni che compongono l’album sono dunque il passo successivo, un’ulteriore evoluzione ed anche la sintesi dell’intera narrazione… Il modo migliore per scoprire il loro [delle otto tracce] contenuto, e del disco, è di immergersi nell’ ascolto del cd dall’inizio alla fine.

Qual è il messaggio che vorresti trasmettere con il tuo disco “Lettere da Altrove” e quale l’aspettativa che riponi su di esso? Lettere da Altrove” racconta una storia intima; lo spaccato di una dimensione personale che, nel [e nonostante il] suo essere miniatura, pur assurge a rappresentazione di una qual certa coralità di sentimenti. Il mio desiderio era quello di dare voce a una storia, universale, dentro la quale vi è il peso della distanza ma in cui emerge altresì la forza per cercare di tenerla viva. Nell’album sono cioè raccolte la malinconia e la speranza di un racconto, in musica, ambientato nel tempo dell’assenza proprio per provare a conferire un senso a tale tempo.

Hai affermato che “Lettere da Altrove” è (…) un’avventura musicale, letteraria e visiva con la quale racconti la convivenza di due amanti che si ritrovano inaspettatamente “imprigionati” in un ex ricovero barche su un lago del Nord Italia a causa di una misteriosa epidemia. Un luogo lontano dal mondo che porta i protagonisti a navigare in un limbo senza contorni, scosso non solo dalle notizie che giungono a tratti per vie digitali, ma soprattutto dal continuo mutare delle loro emozioni: quanto di autobiografico c’è in tutto questo? Il mioapproccio all’arte è quello dell’autofiction e il contesto narrativo dei fatti è pertanto, da sempre, fortemente biografico persino nei miei romanzi. Vi è sempre un piano di realtà in cui mescolo elementi di pura finzione, annullando in tal modo e a tratti la distinzione fra ciò che è reale e ciò che invece è frutto dell’invenzione letteraria. Questo è un processo che mi affascina e che, via via, mi ha portato ad esplorare territori inaspettati dove parola scritta e vita vissuta si confondono, influenzandosi, e riscrivendosi reciprocamente.

E a proposito di epidemie, qual è la tua situazione “interiore” nell’attuale presente d’emergenza da Covid-19? Penso che questo sia, per tutti noi, un presente sospeso in cui le nostre stesse vite sembra che stiano aspettando di poter riprendere a scorrere. La preoccupazione è tanta, tant’è che io ho la netta impressione che il disagio emotivo stia iniziando a farsi davvero tangibile ovunque ed è, questo, un aspetto della vicenda con il quale credo che dovremo iniziare realmente a fare i conti. Ritengo, di conseguenza, che questo sia davvero il momento di provare a superare le distanze che ci separano, rendendoci presenti pure nell’assenza.

Ancora a proposito di lockdown, questa situazione reputi ti abbia insegnato qualcosa a cui magari non avresti mai creduto di arrivare a fare/non fare o pensare? E come vedi l’attuale stato emergenziale a livello di prospettive nazionali ed internazionali societarie (anche e soprattutto in relazione alla situazione che hanno vissuto e stanno vivendo gli artisti attualmente)? N.B., a questa domanda la nostra Redazione di Oggi Cronaca, per la rubrica Oggi Musica, non ha ricevuto alcuna risposta.

Invece, per ciò che concerne l’amore e i rapporti tra persone, quale credi ne sia il motore imprescindibile? E quale la principale difficoltà delle relazioni quanto altresì, all’opposto, della solitudine e dell’isolamento? N.B., anche in merito a questa domanda la nostra Redazione di Oggi Cronaca, per la rubrica Oggi Musica, non ha ricevuto alcuna risposta.

Giulia Quaranta Provenzano