Terminato il V-Day all’Azienda Ospedaliera di Alessandria, che ha visto un grande coinvolgimento degli operatori che si sono sottoposti con emozione, entusiasmo e orgoglio a questa giornata storica.
I primi vaccinati sono stati l’infermiere Maurizio Scialla (foto in alto) e il medico Sabrina Leoncino (foto in basso), a seguire gli altri 88 colleghi, divisi in due gruppi, seguiti dallo staff di 4 medici, 6 infermieri, 2 operatori sociosanitari e 2 amministrativi, dedicati a questa occasione che da tanti è stata definita “la fine di un incubo”.
Alle 12 un incontro istituzionale con il Sindaco di Alessandria Gianfranco Cuttica di Revigliasco, gli Assessori regionali Vittoria Poggio e Marco Protopapa, il Presidente dell’Ordine dei Medici di Alessandria Antonello Santoro e i rappresentanti dell’Arma dei Carabinieri che anche al mattino hanno accompagnato la preziosa scatola contenente i vaccini, insieme alla Protezione Civile e alle altre Forze dell’Ordine. Durante la visita simbolica i rappresentanti delle istituzioni, ricevuti da Patrizia Nebiolo, direttore amministrativo e Antonio Maconi, direttore del Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione, hanno portato un saluto agli operatori di cura, sottolineando la vicinanza della comunità in questo momento così significativo. A seguire il benvenuto di Daniela Kozel, direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliera e impegnata in prima persona nelle vaccinazioni odierne, che ha ringraziato per tutta l’attenzione nei confronti dell’Azienda Ospedaliera e sottolineato l’importanza di vaccinarsi non solo per se stessi ma per la comunità e per tornare ad abbracciare i propri cari e riprendere l’attività ordinaria. Alle prime signore vaccinate, il dono di una rosa EOS da parte di Agostino Giusto, ideatore nel 2017 della Rosa EOS in ricordo delle vittime dell’amianto, che ha ricordato: “Il Ministero ha chiamato Eos il piano di distribuzione e vaccinazione nazionale. Mi è sembrato “doveroso” ringraziare simbolicamente le donne che oltre a salvare la vita di molte persone, sono anche coloro che danno la vita, donando queste rose, simbolo di una cura risolutiva”.
La giornata è proseguita in modo spedito, senza alcun malore, in uno spirito di squadra e consapevolezza di essere protagonisti di una pagina di storia, come dimostrano le numerose le testimonianze di coloro che si sono sottoposti al vaccino: “L’inizio della fine, un nuovo risorgimento, il ritorno alla vita”, “Una atmosfera di entusiasmo, speranza e di forte appartenenza”, “Un piccolo ago per l’uomo, un grande balzo per l’umanità”, “Giornata storica affrontata con grande efficienza da parte del personale dell’AOAL. Una intensa emozione di noi vaccinandi e grande speranza di uscire al più presto da questo momento difficile”, “Lo ritengo come la fine di un incubo. Sono fiera di essere stata una delle prime operatrici di Alessandria ad aver ricevuto il vaccino”, “Per tutti…perché se ci aiutiamo anche vaccinandoci torneremo ad essere liberi”, “Mi considero fortunato e privilegiato ad essere tra i primi ad avere la possibilità di essere vaccinato contro questo virus che ha così modificato le nostre vite. Spero sia il passo decisivo per il ritorno alla normalità”, “Emozione, ringrazio la scienza”, “Un giorno importante, un giorno che dà speranza a tutti noi. Spero che questo incubo stia per finire”, “Finalmente possiamo porre fine a questo terribile periodo. Come operatore sanitario sento il dovere di fare il vaccino per proteggere le persone che curo. Il vaccino è un atto d’amore verso le persone che ci circondano”, “La speranza, il lavoro di squadra, i colleghi, gli amici, ecco cosa è il V-Day, la forza di andare sempre avanti!”, “Giornata stupenda che significa vittoria sul coronavirus”, “Il punto di arrivo di un percorso scientificamente ammirevole, il punto di partenza per tendere ad una possibilità di tornare una comunità normale”, “Ricevo questo vaccino con gioia, nella speranza che questo incubo finisca presto: lo faccio per i miei figli, perché possano tornare a vivere un’infanzia normale senza l’angoscia che li circonda, senza l’odore di disinfettante e le mascherine che coprono il sorriso; lo faccio per i miei parenti, per i nostri pazienti che non si meritano la paura dell’abbandono e una cura senza affetti. Lo faccio perché oltre che un diritto, è un dovere morale per tutti noi trovare la strada per sconfiggere questo male”, “È stata una vera emozione! Bisogna credere nella scienza e nelle istituzioni. La scienza ha creato un vero e proprio miracolo di ingegneria biotecnologica e le istituzioni ci hanno garantito una veloce e puntuale approvazione sulla base di evidenze scientifiche importanti! È stata aperta una nuova strada per il futuro. Grazie!”