Il 2020 è stato un anno complesso, impegnativo e doloroso da affrontare per la maggior parte di noi. La pandemia ha colpito indistintamente la Terra tutta, senza distinzione di sesso, età, geografia o ceto sociale ed anche l’Arte ha accusato alcuni duri colpi ma la vita in sé è bellezza e, come tale, la sua luce rimane comunque faro di speranza nonostante l’ancora protratta situazione.

Noi di Oggi Cronaca abbiamo voluto dunque fare una chiacchierata con la poliedrica poetessa e fotografa d’arte Giulia Quaranta Provenzano in quanto, anche nei suoi scritti di attualità, è da sempre impegnata a favore dell’Arte e dei diritti umani. Ciò nonostante si sia cercato sovente di zittirla per la schiettezza con cui si schiera di continuo a favore di libertà, giustizia ed uguaglianza – diritti scomodi laddove il potere fa spesso la barba alla verità, dacché questa scoperchia non pochi vasi di Pandora. A seguire l’intervista alla trentunenne ligure.


Giulia, cosa puoi dirci di te in relazione a questo anno così inedito? Mah, non saprei da dove iniziare perché non amo molto parlare di me in maniera diretta conducendo poco simpatiche orazioni, preferisco siano le mie azioni e ciò che partorisce in gesti la mia mente abbracciata al cuore a raccontare cos’è e come nasce quel che mi muove, quanto mi è caro e per cui mi spendo ma soprattutto quello che spesso ha bisogno di tempo per dare i suoi frutti, visto che non in molti vogliono investire la loro fiducia ed energie appunto in un cuore ribelle che potrebbe mandare in corto circuito lingue omertose che tacciono qualcosa che vige già e da quando esiste il mondo probabilmente, benché si simuli il contrario. Diciamo insomma che proprio e soprattutto in questo anno tanto travagliato, la sincerità è doverosa nonché l’unico terreno fertile, fresca acqua e caldo sole che potrebbe riequilibrare un poco il perduto ossia l’Amore per il kalòs kai agathòs, per il bello e buono qui inteso per la maggiore come dare l’opportunità di sentirsi realizzati e sereni a tutti a dispetto di interessi e compromessi di varia natura.

Giulia Quaranta Provenzano come si descriverebbe? Onestamente non amo per nulla nemmeno le descrizioni e tanto meno le definizioni: esse circoscrivono mentre io, da granchietto, preferisco il fluido [n.b. sorride]. La verità è che, dal mio punto di vista, ogni incasellamento è una sorta di costrizione, una tendenza a limitare l’essere e il divenire. Ad ogni modo propenderei per il sostenere che meritevoli di stima siano soprattutto coloro che vivono ogni traguardo come un progetto e quindi, io per prima, mi adopero quotidianamente per rendere possibili e concretizzare quelli che sono sogni non improvvisati né tanto meno da tenere dentro ad un polveroso cassetto del poi. I rimpianti sono, più ancora che tarli, iene davvero estremamente affamate!   

Dove e come trovi la forza di andare contro quelli che attualmente si presentano quali mulini a vento? Diciamo, più che altro, che non credo esistano impegni vani e che pur quello che adesso appare come qualcosa che non esiste, un’illusione che vive soltanto nella propria immaginazione, sono per me fondamentali nonché progettualità da concretizzare con competenza, tenacia e dedizione. Forse io personalmente non riuscirò a trasformare poi molto di un sistema dove le sovrastrutture e la legge del più forte equivale a ricchezza che ha la meglio, tuttavia non voglio e non riesco comunque ad arrendermi di fronte ad alcuna evidenza. Almeno l’autodeterminazione, nel pensiero, la si lasci volare in alto e senza filo e filtro alcuno: già ciò sarebbe un discreto passo avanti, sarebbe un discreto principio di sconvolgimento del soporifero sedimentato se ognuno si capacitasse del fatto che le rivoluzioni hanno il loro motore in primis nella consapevolezza e in una decisa e chiara presa di posizione, a dispetto di pusillanimità da affaristi voltabandiera.   

A cosa ti riferisci nello specifico? Mi riferisco per esempio, e sfido a dimostrare il contrario, come troppo sovente non siano lo studio, il merito e le capacità ad essere premiate e ascoltate ma l’improvvisarsi di chi possiede però la pecunia o la facile avvenenza necessaria per contornarsi di persone, nel migliore dei casi valevoli, che rimangono tuttavia e  purtroppo solo in una zona d’ombra visto che bisogna invece far emergere coloro che hanno conoscenze in vista, agganci di un certo tipo e peso, un nome finanziariamente altisonante o abbastanza “pelo sullo stomaco” per mettere in avanti il cinismo e addirittura, altresì, disponibili a svendersi. Mi riferisco alla palese evidenza per cui, per dirne una, le cariche e le professioni di prestigio e potere e persino quelle commercialmente soddisfacenti (ma anche il mondo dell’arte e dello spettacolo in generale) sono ricoperte da una ristretta cerchia che pare una casta indiana… così stando le cose diviene “mission impossible” far valere i propri diritti soltanto per mezzo dell’“olio di gomito”, diventa un’impresa titanica riscattare la propria posizione sociale se di umili natali e questa è la più inaccettabile delle ingiustizie perché mortifica lo spirito e il corpo – contravvenendo in toto, a proposito del 10 dicembre, al patto internazionale sui diritti civili e politici nonché economici, sociali e culturali!!!!! 

Per Giulia Quaranta Provenzano, in arte GQP cos’è l’Arte? Questa è una domanda che io stessa ho posto e soprattutto mi sono posta tantissime volte… e ad oggi credo che per ogni punto di vista, su qualsiasi tematica, tutto dipenda in larga misura da quelli che sono i valori prioritari di una persona. Se infatti si ha di fronte un’anima che adora dipingere, fotografare, scolpire, posare, ballare, cantare, comporre, recitare etc. le vestirà di ciò che per lei c’è di più appagante e valevole. Personalmente ritengo l’Arte “magia”, capacità di meravigliare e meravigliarsi manifestando se stessi, le proprie emozioni, i propri sentimenti, i propri pensieri al meglio e per una incorruttibile motivazione a motore propulsore – e, poi, dal momento che probabilmente per natura ricerco, sovente perfino esasperatamente, la perfezione degli aspetti formali debbo confessare che per me Arte è non di meno proporzione che non equivale certo necessariamente alla quiete dello statico quanto piuttosto ad un rapporto compensativo e dunque armonico in ispècie fra aspetti antitetici (e proprio in virtù della loro ossimoricità arricchenti e preziosi, sebbene esigano un impiego di energie non indifferente). 

Come vedi il, tuo, futuro? La mia bacchetta magica è la penna, e la macchina fotografica ma in questi ultimi due anni ciò che è sempre stato cura è divenuto veleno e così penso sempre più spesso di riporle – e tentare di dimenticarle, anzi lo penso tutti i giorni ormai che sia l’unica soluzione per cercare di ingannare il cuore che si restringe ogni istante un po’ di più alla luce, aimè, dei dati di fatto: puoi scrivere, puoi fotografare bene quanto vuoi che se alla tua stazione non si ferma il treno giusto non hai alcuna possibilità di utilizzare quel biglietto per un deserto in cui offrire oasi; puoi pure tentare di andarlo a prendere in molte altre stazioni, che tanto non si fermerà se non l’ha deciso qualcuno “in regia”, bensì giungerà di certo prima l’Ultima Signora che la rosea probabilità di iniziare il tanto desiderato viaggio …almeno, tale è la mia esperienza, tale è la testimonianza di chi davvero non si è mai arresa prima e della volontà e della determinazione, di un’incessante instancabilità ha fatto ali per più di 12 anni, quasi 13. È quindi così che, calpestata dalla smisurata arroganza e pocaggine di coloro che ignorano o sfruttano, attualmente la testa comanda di non ostinarmi ad oltranza a regalare chance eppure l’istinto ancora dà la mano al cuore, che la biasima, dacché non sa che battere a ritmo di speranza e il suo ossigeno è la fiducia che sia la costanza a portare presto al cambiamento.   

Quindi per il vicino 2021 cosa ci riserverai? Non lo so;non siamo isole ma parte di una rete con la quale a volte peschiamo buone nuove, altre volte che ci imprigiona e sminuisce. Non posso cioè sapere già ora se vi sarà evoluzione per me, per altri, nell’Arte poiché questa (l’evoluzione) esige alcune trasformazioni che bisogna essere disposti a compiere e ad accogliere. Sicuramente non continuerò ad oltranza nella mia disponibilità a senso unico perché lo debbo a quella bambina paziente, che è già stata delusa, convinta che <<La vera bellezza si trova nel cuore>> e agli affetti che ho a lungo trascurato per andare a raccogliere acqua a mare con un secchiello che immancabilmente viene bucato. Ovvio che lo sforzo del cancellare è maggiore di quello del disegnare, in quanto è un’azione che richiede il doppio dell’impegno visto che ne contrasta un’altra che fu la prima scelta. Ricercherò comunque un senso ai dì, anche se dello scrivere e del fotografare non sarò riuscita a farne un lavoro, e forse mi capaciterò che l’unico sole verso cui girarmi è quello che non mi abbandonerà neppure di notte, la prima persona, che non promette per posticipare e poi tradire e che si è troppo spesso trovata a riempire le crepe di gesti a metà. La mia famiglia mi ha sempre ripetuto che il bene non è mai vano e che ognuno alla fine ha quello che merita, che quindi <<Chi semina vento raccoglie tempesta>> …Io non saprei né se confermare, né se smentire poiché lo sguardo a posteriori è quello del “The End” (buffo come l’esistenza sia scandita dal “Panta rei” e però gli occhi abbiano forma rotonda, a ‘mo di tutto torna, ma il bilancio lo si possa fare solo una volta chiusi per sempre…) e quello onnisciente non ci è dato eppure mi auguro veramente che sia così.

Un messaggio per chi ti sta leggendo? A coloro che vi diranno che non siete la persona giusta, che non siete abbastanza, rispondete che forse non lo siete per loro, non lo siete in quel momento ma la felicità è un attimo che sfiora i capelli – come disse Antonio Banderas, e di attimi è intessuta tutta la vita – quindi finché avrete voglia di viverla non ci saranno potenzialmente limiti d’accesso e che le loro parole a tuonare contro tali attimi sono invece buono spunto per costruire il vostro ponte d’arcobaleno …questo non significa che non dovrete mettervi mai in discussione, quanto piuttosto che se avete un’importante progettualità che desiderate realizzare sarà bene non agire per disperazione, bensì azionare le idee passo dopo passo, ché il vero valore dell’attività del pensiero è nella sua esecuzione.