È stato, se non il primo in assoluto, senz’altro fra i primi militari della Benemerita a salire ai comandi dell’aeroplano; fra le sue imprese si segnala l’abilità d’aver messo in fuga dieci apparecchi nemici, piombando improvvisamente sul capo pattuglia, sconcertando l’intera squadriglia. Il disegnatore Achille Beltrame immortala l’evento sulla copertina de La Domenica del Corriere di quel tempo

Nasce a Tortona negli ultimi anni del 1800, s’arruola giovanissimo nell’Arma dei Carabinieri reali presso la Legione Allievi di Roma; già diciannovenne si distingue per l’avio – soccorso apportato alle popolazioni colpite dal terremoto nell’Italia Meridionale del 1908; è un incentivo per impegnare la sua sensibilità nell’occasioni in cui il coraggio, la dedizione per gli altri diventano inseparabili.


Supera il concorso per il grado sottufficiali, con il grado di Vicebrigadiere, combatte nel contingente destinato all’occupazione dell’Isola di Rodi.

Il suo medagliere inizia a prender forma con l’inserimento di un bronzo conquistato per il soccorso nei confronti dei feriti, vittime del bombardamento avvenuto sull’altopiano di Asiago, durante l’offensiva austro – ungarica,

Questi affascinanti mostri volanti sono la passione di Ernesto, osserva con attenzione i nuovi mezzi, i più sofisticati, quelli capaci di sfidare i cieli, finché chiede di possedere il brevetto per pilotare il biplano ricognitore, costruito in Francia, Farman 14, facilmente ottenuto dopo l’ingresso nel Deposito dell’Aeronautica di Torino.

Al ventottesimo anno d’età è promosso Maresciallo, consegue l’abilitazione di pilota per i caccia con l’autorizzazione per condurre sia biplani Nieuport come gli SPAD VII di fabbricazione d’oltralpe, ritenuti fra i migliori.

È sul Carso con novecento ore di volo percorse in gran parte in tempo di guerra, è definito un Asso per le sue imprese atte più a neutralizzare il nemico oiuttosto di distruggerlo.

Il cielo del Piave gli dona l’occasione migliore. Il 29 marzo 1918 è sopra a Conegliano si scontra da solo con 10 caccia austro – tedeschi, guidati dai migliori piloti nemici. Non esita. Si scaglia contro il capo pattuglia, lo insegue, lo abbatte, costringe gli altri a fuggire, ormai rimasti senza guida.

L’operazione bellica gli avvale il grado di sottotenente, nonché la copertina sul settimanale La Domenica del Corriere, disegnata da Achille Beltrame.

Le imprese sono parecchie tutte di alto valore umano, la sua bontà sostenuta dalla sua qualità d’aviatore è ben conosciuta, la conferma avviene a causa d’un guasto meccanico, quando s’apre una falla, L’apparecchio perde olio, atterra, si ribalta. Ernesto ne esce con la frattura della clavicola, unita alla commozione cerebrale. Rifiuta il periodo di convalescenza per salire alla cloche a compiere altre suggestive imprese.

Le sue ceneri riposano al Vittoriale degli Italiani a Gardone Riviera, accanto a quelle del Vate Gabriele D’Annunzio.

                                                                                           Franco Montaldo