Ben ritrovati ad un nuovo appuntamento di approfondimento con i mercati, focus dal 28 settembre al 2 ottobre 2020.

A seguire l’usuale disanima dei mercati appunto, per poi andare ad analizzare le performance dei tali e i fattori che ne hanno influenzato l’andamento. Ci concentreremo, in conclusione, come sempre sulle variabili macro-economiche da monitorare.


Settimana positiva per tutte le asset class azionarie sulle principali piazze finanziarie internazionali [indice GLOBALE, azionari MSCI World +1,1%; indice USA, azionari S&P500 +2,1%; indice JAP, azionari NIKKEI 225 0,6%; indice EURO, azionari MSCI EURO +2,0%; indice ITA, azionari FTSE MIB +2,0%], mentre si ha avuto un leggero calo dell’indice azionario emergente [indice EMERGENTI, azionari MSCI EMERGING -1,9%].

Rimangono in territorio positivo i titoli obbligazionari italiani e statunitensi [indice ITALIA, obbligazionari GOVERNATIVI +0,5%; indice USA, obbligazionari GOVERNATIVI +0,1%], invece si è registrato un lieve segno meno per i titoli HY e Corporate [indice EURO, obbligazionari CORPORATE -0,3%; indice EURO, obbligazionari HIGH YIELD -0,9%].

In leggero ribasso anche l’oro [oro -1,6% perf. ultima settimana, +24,0% perf. da inizio anno], a differenza del WTI che prosegue il recupero [petrolio WTI +3,3% perf. ultima settimana, -33,5% perf. da inizio anno]. 

Attenzionando adesso i principali indicatori dal 21 al 25 settembre, ricordiamo che gli ordini di beni durevoli negli Stati Uniti hanno subito un significativo rallentamento ad agosto, crescendo solo dello 0,4% m/m in seguito al rimbalzo del +11,4% (rivisto da +11,7%) messo a segno a luglio. Lacategoria dei veicoli a motore, in contrazione del 4,0% m/m dopo il forte rialzo del mese precedente, è stata quella che più ha penalizzato la rilevazione.

L’ifo tedesco ha confermato la positività del PMI manifatturiero, migliorando a 93,4 punti a settembre dai precedenti 92,5 (rivisto da 92,6). Sia la componente delle aspettative che quella della situazione corrente hanno registrato ovvero delle migliorie, con la prima in rialzo a 97,7 punti, e la seconda in aumento a 89,2. Il dato risulta ad ogni modo ancora al di sotto dei livelli presenti prima dello scoppio della pandemia.

Il PMI manifatturiero americano ha proseguito pure a settembre il trend positivo iniziato a giugno, con la rilevazione che si è attestata a 53,5 punti (ad agosto aveva raggiunto i 53,1). Il dato si va a sommare alle ultime rilevazioni positive americane ed è un ulteriore segnale del recupero da parte dell’economia statunitense nel terzo trimestre, successivo alla robusta contrazione del 2Q. A livello di servizi, altresì in America come in Europa, il PMI ha rallentato a 54,6 punti dai precedenti 55,0, per via dei timori di una ennesima ondata di Covid-19.

Il PMI composito dell’area euro si è contratto a settembre più delle aspettative, passando a 50,1 dai 51,9 del mese prima. A livello di singole componenti, il dato manifatturiero (in rialzo a 53,7 punti dai 51,7 di agosto) ha solamente in parte bilanciato il consistente peggioramento del PMI dei servizi (in discesa a 47,6 punti dai 50,5 precedenti). L’attività manifatturiera tedesca ha attestato il miglioramento più significativo, raggiungendo 56,6 punti, un rialzo di 4,4 punti rispetto al dato precedente. Nonostante i segnali positivi del manifatturiero, il settore dei servizi ha tuttavia risentito in maniera importante del nuovo aumento dei contagi e delle possibili ulteriori restrizioni nel caso in cui la situazione non dovesse tornare a rasserenarsi.   

Per quel che infine concerne i principali indicatori della settimana dal 28 settembre al 2 ottobre è da tenere presente come la fiducia dei consumatori calcolata dal Conference Board è attesa migliorare un poco, raggiungendo gli 89,2 punti dai precedenti 84,8 e colmando parzialmente il calo di agosto. Il dato con ogni probabilità sarà in linea con il recupero mostrato dall’attività economica americana nell’ultimo trimestre.

L’attività manifatturiera cinese è attesa proseguire la fase espansiva dell’ultimo periodo, con il PMI manifatturiero in rialzo a 51,2 punti dai 51 precedenti. Altresì il dato ufficiale Cainix dovrebbe evidenziare segnali positivi confermando i 53,1 punti di agosto. La rilevazione trainata dall’aumento della crescita delle esportazioni, nonché dall’apprezzabile domanda interna.

L’indice Tankan delle grandi imprese manifatturiere giapponesi quasi di certo sarà più favorevole nel terzo trimestre. Il dato dovrebbe attestarsi a -23 punti, un aumento pregevole rispetto al -34 del 2Q. Seppure al di sotto del dato di marzo, la rilevazione rappresenterebbe comunque un segnale positivo a supporto del recupero economico giapponese.

L’ISM manifatturiero americano è atteso migliorare ulteriormente a settembre, salendo a 56,2 punti dai 56 di agosto. Il dato dovrebbe quindi confermare la rilevazione del PMI della scorsa settimana e segnalare come l’attività manifatturiera americana continui a rimanere solida e in fase espansiva. 

Il CPI dell’Eurozona di settembre dovrebbe ripetere la rilevazione di agosto, mostrando una contrazione del livello dei prezzi del -0,2% a/a. Il dato a risentire del taglio delle tasse sulle vendite in Germania e della riduzione delle tariffe dei biglietti aerei nei mesi estivi a causa della scarsa domanda.

In ultimo, il numero di occupati non agricoli in USA con buona probabilità aumenterà a settembre di 850 mila unità, un valore decisamente inferiore rispetto agli 1,4 milioni di nuovi posti di lavoro creati ad agosto. Con codesto altro fattibile aumento si andrebbe però a coprire più della metà dei posti di lavoro persi nel periodo marzo-aprile. Il tasso di disoccupazione dovrebbe ulteriormente scendere all’8,2%.

Giulia Quaranta Provenzano