È morta il 9 agosto di quest’anno bisesto la grande attrice conosciuta come Franca Valeri, che il 31 luglio aveva solcato l’eccezionale traguardo dei 100 anni. Lei che, da vera caratterista, era una persona ed un’artista singolare e dotata appunto di straordinaria e sorprendente forza propria di chi dice sempre ciò che pensa, in barba ad ogni perbenismo di facciata lontano da ciò che invece, in verità, si è ed incurante di ciò che si vorrebbe essere per compiacere gli altri, o per rispondere a qualsiasi tipo di atteso. Non per niente, di origine ebraica per parte di padre, mentre cattolica era la madre, Alma Franca Maria Norsa conobbe la guerra e le leggi razziali a segnare la sua esistenza e la sua arte senza sminuente o parziale, deformante, filtro alcuno dopo di esse.
E a proposito del suo successo, la Valeri affermò che il segreto risiede nel fatto che <<i personaggi che ho interpretato erano veri: l’ironia, senza un fondo di crudeltà, diventa dilettantismo>>. Per quanto ciò possa valere, anch’io penso qualcosa di molto simile e cioè che gli attori davvero degni di questo nome sovente interpretino se stessi, e che per essere Attore con la -A maiuscola più esperienze di vita reale sofferta, quotidiana, si fanno meglio è ché rievocare e dare un’anima a cosa non si conosce e non si è esperito nel profondo e nella devastante potenza indagatrice (ed antitetica spesso, persino) è praticamente impossibile.
Dunque, allora, come posso pur soltanto pensare di omaggiare e ringraziare per quanto e quel che è stata una Donna così speciale ed interiormente libera? – Io che assai spesso ho un caratteraccio nel non accettare la mia imperfezione, ma citando una scena di Pulp Fiction non di meno so che <<Just because you are a character doesn’t mean that you have character>> ossia che l’avere un caratteraccio quale il mio non significa, in ogni circostanza, nemmeno avere carattere sebbene tale peculiarità e l’essere esseri umani autentici talvolta e non così di rado sembri in ispecie andare a braccetto di un’impressionante “spinosità”…
Ma tornando a Franca Valeri, chi era quindi? Non soltanto attrice bensì sceneggiatrice e drammaturga italiana di teatro e di cinema, appassionata di teatro musicale tanto da dedicarsi altresì alla regia operistica, ai miei occhi appare quale colei che dello “stare comodi nello scomodo” di Vittorio De Sica fu e rimarrà maestra. Se, comunque, oggi meglio mi pare di comprendere ciò è solo grazie ad un Uomo meraviglioso, ovvero Giuseppe Morrone che la vita mi ha fatto dono di incontrare allorché ormai di vivo e sincero, del cuore, in me fosse rimasto più poco.
Giulia Quaranta Provenzano