Percorrere, insieme ai ragazzi, il concetto di vita intesa come un viaggio, in cui ciò che abbiamo programmato può realizzarsi, in parte o in toto, ma può anche arrestarsi o modificarsi sia per motivazioni desiderate, sia per cause del tutto incontrollabili, improvvise, e quindi traumatiche. E’ questo lo scopo del Progetto “Tre gocce di profumo nello zaino” proposto e sostenuto dal Rotary Club Gavi Libarna in collaborazione con il Liceo “Amaldi” e realizzato a partire dai mesi in cui il lockdown prodotto da covid-19 ha tagliato fuori i corpi dei giovani dalla scuola e dagli spazi del tempo libero in cui vivevano le loro relazioni sociali.

E’ stato così che la psicologa psicoterapeuta Micaela Loconte ha realizzato tre video, associati alle gocce di profumo che una giovane studentessa dell’”Amaldi”, interpellata nelle fasi iniziali del progetto, ha dichiarato di mettere ogni volta prima di collegarsi in streaming con la propria classe, a sancire un bisogno di socialità e normalità, nonostante tutto.


La prima “puntata/goccia” ha proposto ai ragazzi una riflessione sul cambiamento nella sua duplice veste di desiderio e timore, equilibrio e rottura, fino alle molteplici dimensioni del trauma.

Nella seconda “puntata/goccia” invece il viaggio, richiamato dallo “zaino” del titolo, si sposta all’interno della persona, nelle sue emozioni e stati d’animo, per aiutare a capire anche come l’evento traumatico esterno incontra gli elementi inconsci profondi e come è possibile costruire nuove immagini interne da cui ripartire.

Nell’ultima “puntata/goccia” è stato preso in considerazione proprio lo zaino, inteso come bagaglio personale di strumenti, competenze e capacità di ognuno di noi per fare fronte ai cambiamenti.

I video si proponevano di stimolare i ragazzi e aiutarli a capire che ognuno di noi può mettere nel proprio zaino degli “attrezzi” per fare fronte agli imprevisti.

Alessia Pignatelli, della classe 3^ Classico, riferisce che le parole della psicologa non solo l’hanno aiutata ad affrontare i giorni di emergenza, ma anche l’hanno resa più consapevole dei meccanismi della mente umana, regalandole così una via per arrivare a conoscersi meglio, e comprendersi anche nelle proprie ordinarie contraddizioni e complessità.

Beatrice Bottiero, sua compagna di classe, racconta invece di una iniziale diffidenza, nata dalla presuntuosa convinzione di non avere alcun bisogno di “supporto psicologico”.  In realtà, ammette soddisfatta, ha trovato rispettivamente nella seconda e terza goccia gli strumenti per riconoscere le emozioni funzionali che si accompagnano al cambiamento, che vanno  distinte dalle loro pericolose degenerazioni, così come la certezza che la forza necessaria per superare ogni tipo di difficoltà è già  dentro ognuno di noi, una riserva,  dalla quale attingere, anche attraverso il prezioso contributo della memoria, quanto ci è necessario per muoverci nel mondo con sicurezza ed equilibrio.

Beatrice e Carolina Mignanego, sempre della stessa classe, riconoscono l’assoluta utilità della iniziativa, della quale auspicano una prosecuzione anche in presenza, dal momento che riscontrano nei loro coetanei una generale incapacità di gestire le proprie emozioni, anche in condizioni di normalità. Esiste a loro avviso tra le nuove generazioni un grande bisogno di dialogo e confronto con figure adulte e professionali che si pongano come riferimento e guida. Imparare ad affrontare le mille incognite che stanno dietro a ogni cambiamento significa fondamentalmente imparare a crescere nel modo più bello.

Maurizio Priano