Pubblichiamo di seguito la lettera che il Vescovo di Tortona Mons. Vittorio Viola ha inviato a tutte le parrocchie con le disposizioni per celebrare le funzioni religiose in tutta sicurezza con lo scopo di far conoscere le nuove disposizioni ma soprattutto di rassicurare i fedeli circa questo importante e indispensabile modo di celebrare la nostra fede che mancava tantissimo.
Con questa lettera intendo fare alcune sottolineature e fornire alcuni indicazioni per facilitare il rispetto di quanto stabilito. È evidente che l’applicazione delle norme deve essere contestualizzata. Un Protocollonon può tener conto delle particolarità di ogni singola situazione: a ciascuno spetta il compito di una corretta applicazione. Quanto segue non è una sintesi del Protocollo che deve essere osservato in tutti i suoi punti, ma vuole semplicemente offrire un aiuto alla sua applicazione.
1. Alcuni norme essenziali
Alcune norme devono sempre essere osservate e sono i criteri che giustificano tutte le altre disposizioni. Ormai le conosciamo, ma voglio ricordarle in maniera sintetica:
- distanza tra le persone di almeno 1 metro; evitare ogni assembramento;
- indossare la mascherina, in modo che copra naso e bocca;
- igienizzare le mani (e tutte le altre regole dell’igiene personale);
- non uscire da casa in presenza di sintomi influenzali/respiratori (tosse, raffreddore, ecc.), di temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5° C o se si è stato in contatto con persone positive al virus nei giorni precedenti.
Quando la specifica situazione delle nostre comunità e dei loro luoghi di culto pone domande sul corretto modo di applicazione del Protocollo, occorre scegliere le soluzioni che rispettano al meglio le norme essenziali ora ricordate.
2. Il luogo della celebrazione
La prima cosa che dobbiamo fare è individuare la capienza massima dell’edificio di culto. Deve essere garantita la distanza di almeno 1 metro tra i fedeli sia lateralmente sia frontalmente [Prot. 1.2].
Per poter ricavare il numero massimo di posti si potrà, a seconda delle situazioni, distanziare i banchi o diradare le sedie, anche limitando i corridoi di passaggio senza tuttavia ostruirli del tutto. Per facilitare i fedeli è opportuno segnare i posti che possono essere occupati, sempre avendo cura di non danneggiare i banchi con adesivi o altro.
Gli orari delle SS. Messe restano gli stessi: non ritengo che si debba incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche [Prot. 1.3]. Laddove singole situazioni suggerissero diversamente occorre sentire l’Ordinario. Non è motivazione valida per aumentare il numero delle SS. Messe l’indisponibilità dei fedeli a frequentare un orario diverso da quello a cui si è soliti partecipare. A questo proposito ritengo necessario il confronto in ogni Vicariato con il Vicario foraneo, concordando criteri comuni per evitare scelte discordanti.
Qualora fosse necessario, si può valutare di celebrare all’aperto, garantendo la dignità della celebrazione (in particolare dell’altare e dell’ambone): di questa eventualità, la cui valutazione è lasciata ai singoli parroci, desidero essere informato [Prot. 5.1].
Potrebbe essere utile una semplice amplificazione sul sagrato della chiesa per offrire a quanti eventualmente non possono accedere, la possibilità di ascoltare e di entrare solo per la comunione, nel modo che diremo più avanti.
All’ingresso della chiesa deve essere affisso un manifesto [Prot. 4.2] con le indicazioni essenziali: potete trovarlo in allegato al numero de Il Popolo o scaricarlo dal sito della diocesi. Il manifesto deve riportare il numero massimo di fedeli che possono essere ammessi nelle singole chiese.
È opportuno ricordare ai fedeli la dispensa dal precetto festivo per motivi di età e di salute.
3. Entrata e uscita dei fedeli
Occorre individuare alcuni volontari/collaboratori che favoriscano l’accesso e l’uscita e vigilino sul numero massimo di presenze consentite [Prot. 1.3]. Ciascuno valuti in base alla situazione oggettiva di ogni luogo quali misure prendere per fare in modo che all’ingresso e all’uscita non si creino assembramenti. Può essere utile invitare, dopo il canto finale, a lasciare la chiesa a cominciare dagli ultimi banchi e a non creare assembramenti all’esterno sulla porta della chiesa.
Tutti devono indossare la mascherina [Prot. 1.5] e devono essere informati (attraverso manifesti e ripetuti avvisi in varie circostanze) che non possono accedere coloro che presentano sintomi influenzali/respiratori, hanno una temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5° C o sono stati in contatto con persone positive al virus nei giorni precedenti [Prot. 1.6; 1.7].
Per evitare di toccare porte e maniglie, sia all’ingresso sia all’uscita è bene tenere le porte aperte. Se le condizioni lo rendono possibile (vale a dire, soprattutto, in assenza di rumori esterni) sarebbe bene mantenere le porte aperte anche durante le celebrazioni, favorendo il rinnovamento dell’aria.
All’ingresso devono essere disponibili liquidi igienizzati [Prot. 1.9]. Si può provvedere con un semplice tavolino sul quale porre un dispenser, come quello per i comuni saponi, contenete del gel o del liquido igienizzante. Sono in commercio anche apposite colonnine che rilasciano automaticamente la dose di liquido necessario.
3. Igienizzazione dei luoghi
Non si tratta dell’intervento di ditte specializzate. Non è richiesta alcuna certificazione di terzi. Per igienizzazione si intende la normale pulizia con detergenti ai quali vanno associati prodotti sanificanti.
Ricordo a tutti le precauzioni contenute nella lettera (29-04-2020) della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Alessandria, Asti e Cuneo, avente come oggetto “Raccomandazioni circa la sanificazione dei luoghi di culto, degli arredi e dei corredi liturgici nel corso dell’emergenza COVID-19”. Un ulteriore approfondimento della questione è stato pubblicato (07-05-2020) dall’Istituto Centrale del Restauro del Ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo (vedi allegato 2).
Abbiamo chiesto alla ditta Sutter, che ha sede nel territorio della diocesi, di fornirci prodotti detergenti e igienizzanti compatibili con le indicazioni del Ministero. Sono stati individuati tre prodotti (per pavimenti, per superfici e un igienizzante per le mani) che verranno forniti a prezzo agevolato. Per chi lo desidera trova tutte le informazioni nella scheda che allego (vedi allegato 3).
L’igienizzazione [Prot. 2.1] di chiese e sagrestie prevede:
- il ricambio dell’aria;
- la pulizia con detergenti ad azione antisettica delle superfici più esposte (parte alte dei banchi, maniglie, corrimano, interruttori, ambone, microfoni …)
Per quanto riguarda i vasi sacri, soprattutto se antichi, occorre avere molta attenzione. Anzitutto è bene che nelle chiese dove celebrano più sacerdoti ciascuno utilizzi il proprio calice. In caso di concelebrazione sia uno solo a bere al calice e ad occuparsi della purificazione. Per la loro sanificazione è sufficiente utilizzare carta o panni in microfibra inumiditi con soluzioni di alcol etilico al 70% circa in acqua.
Si continui a mantenere vuote le acquasantiere della chiesa [Prot. 2.1].
4. Attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche
Anche sul presbiterio [Prot. 2.1] si osservi con attenzione il distanziamento interpersonale.
Può essere presente l’organista ma non il coro [Prot. 3.2] e non devono essere utilizzati sussidi per i canti o di altro tipo [Prot. 3.6].
Si ometta lo scambio della pace e nei funerali si ricordi di evitare nel porgere le condoglianze strette di mano e abbracci.
Per la distribuzione della Santa Comunione ci si attenga a quanto segue [Prot. 3.4]:
a. il celebrante (e ogni altro ministro) si lavi le mani (utilizzando acqua con disinfettante) prima della Messa per preparare i vasi sacri;
b. le particole per i fedeli siano in una pisside a parte: pisside, patena e calice restino sempre coperti;
c. la Comunione non viene distribuita al posto (come indicato in precedenza a motivo del numero limitato di persone che potevano partecipare ai funerali). Ci si dispone in processione verso l’altare come al solito, avendo cura di mantenere il distanziamento di almeno 1 metro nel comporre la fila. Potrebbe essere utile porre un segno sul pavimento, ovviamente rimovibile e che non lo danneggi, per indicare dove fermarsi per garantire il distanziamento;
d. prima di distribuire la Comunione, il sacerdote (e ogni altro ministro) si lavi le mani (utilizzando acqua con disinfettante, in modo che il gesto sia visto dai partecipanti) e indossi guanti monouso e mascherina in modo che copra naso e bocca;
e. la Comunione venga data sulle mani, avendo cura di mantenere un’adeguata distanza e di non toccare le mani dei fedeli;
f. dopo la distribuzione, prima di togliere i guanti, si abbia attenzione di non disperdere eventuali frammenti del Corpo di Cristo rimasti sui guanti.
La raccolta delle offerte non avvenga durante Ia celebrazione, ma attraverso appositi contenitori, che possono essere collocati agli ingressi o in altro luogo ritenuto idoneo [Prot. 3.10] a meno che non si usi la borsa con il bastone, che permette di mantenere le distanze.
Le precedenti norme circa la celebrazione (Prot. 2020/18/V) dei funerali sono abrogate, pur rimanendo la possibilità, in accordo con i familiari del defunto, di celebrare al cimitero le esequie senza la Messa (con la liturgia della Parola, come previsto dal Rituale), soprattutto laddove l’ampiezza delle chiese limita di molto la partecipazione, spesso più numerosa in occasione dei funerali. Nel caso in cui si celebri la Messa in chiesa, devono essere osservate tutte le presenti disposizioni. Risultando difficile mantenere le distanze di sicurezza, non si formi il corteo per accompagnare il defunto al cimitero: ciascuno si muoverà individualmente avendo attenzione, giunti al cimitero, di mantenere sempre le distanze.
Ritengo che alla visione in streaming delle celebrazioni si debba, ovviamente, preferire, avendone la possibilità, la partecipazione alla Santa Messa. In questi mesi i mezzi di comunicazione sono stati un utile strumento, ma dobbiamo ricordare che non si tratta di una vera partecipazione alla liturgia. È, invece, opportuna la trasmissione di momenti di preghiera, di ascolto della Parola, di catechesi, diversi dalla celebrazione liturgica. In questa fase possiamo, tuttavia, continuare a trasmettere le celebrazioni a motivo delle norme che limitano la partecipazione, per favorire le persone ammalate o anziane, offrendo una possibilità di contatto con la propria comunità. Su questo aspetto sarà comunque opportuna una riflessione di verifica e di approfondimento.
Tutte queste disposizioni valgono non solo per la celebrazione eucaristica ma per tutte le celebrazioni dei sacramenti come pure per la recita del Rosario per i defunti.
Sono al momento sospese la celebrazione del sacramento della Cresima [Prot. 3.10], le processioni e le benedizioni delle famiglie.
5. Giornata penitenziale
In questi mesi molti fedeli non hanno potuto accostarsi al sacramento della riconciliazione. Invito tutti i presbiteri, come già avete fatto in questo tempo, a rendersi disponibili per la celebrazione del sacramento della penitenza. Una modalità potrebbe essere quella di indicare una giornata dedicata in modo particolare alla celebrazione del sacramento.
Occorre scegliere un luogo adatto, vale a dire ampio e areato, che consenta il pieno rispetto delle misure di distanziamento e la riservatezza richiesta dal sacramento stesso. I sacerdoti e i fedeli devono sempre indossare la mascherina [Prot. 3.9] e devono aver cura di limitare al tempo strettamente necessario il colloquio.
A livello vicariale o cittadino si valuti la possibilità di offrire la presenza di più sacerdoti nello stesso luogo per ascoltare le confessioni.
Ringraziamo il Signore per il dono di poter tornare a radunarci per ascoltare la Parola e spezzare il Pane. Assicuro il mio ricordo all’altare del Signore e vi benedico.
Vittorio Viola