Iniziamo con le “belle” notizie: la situazione contagi da Coronavirus all’ospedale di Tortona è stabile: “Un breve aggiornamento sui numeri di oggi – recita il comunicato quotidano del Comune di Tortona giunto in redazione alle 19 di mercoledì 11 marzo – che restano invariati rispetto al dato di ieri: sono 57 le persone ricoverate all’ospedale di Tortona, di cui 6 in terapia intensiva, tutti affetti da COVID-19.”

Per il resto c’è da segnalare che qualcuno già da ieri, ma oggi – a quanto ci risulta – praticamente tutti, i commessi dei supermercati di Tortona hanno iniziato a indossare le mascherine, tutelando innanzi tutto loro stessi perché alle casse non è possibile rispettare le distanze di un metro dai clienti e, in secondo luogo, i clienti stessi perché il rischio di contagio è bipolare e da entrambi le direzioni.


Era ora, ma quando noi abbiamo sollevato il problema delle protezioni per i commessi cinque giorni fa, cioè il 6 marzo, in QUESTO ARTICOLO gli addetti che ci hanno risposto sembravano quasi infastiditi dalle nostre domande. Non ci riferiamo ovviamente a chi stava alla cassa che – crediamo – sarebbe stato felice di usare le mascherine, ma a chi comanda. Direttori e quant’altro.

Ci hanno stupito anche i rappresentanti sindacali dei vari supermercati: nessuno che abbia pensato di sollevare il problema, nessuno che ci abbia scritto.

Certo, indossare la mascherina è stato meglio tardi che mai, ma se qualche commesso nel frattempo è stato infettato come da alcune voci che circolano in città e regolarmente smentite dai vertici del supermercato in questione?

Dobbiamo sempre chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi?

Vwro che la Grande Distribuzione ha regole ferree e a livello locale tutti attendono notizie dalla sede centrale, ma forse qualcosa non è andato per il verso giusto e ci auguriamo che chi è preposto possa far tesoro degli errori perché con la salute non si scherza e non c’è profitto che valga una vita umana.