Una folta rappresentanza di studenti delle scuole superiori tortonesi, tra cui alcune classi quinte dell’I.I.S. Marconi, ha presenziato, presso la Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, al Convegno Nazionale “Oltre il Muro: 1989-2019”, organizzato con il patrocinio del Comune di Tortona.
Il sindaco della città, Federico Chiodi, e Mariano Santaniello, Presidente dell’ ISRAL “Carlo Gilardenghi” di Alessandria, hanno fatto gli “onori di casa” ed hanno aperto i lavori dando la parolaa Luciana Ziruolo, anche lei Dirigente dell’ISRAL, che ha svolto le mansioni di principale relatrice e trait d’union tra i vari momenti della giornata.
Come punto focale del suo intervento Ziruolo ha proposto alcuni spunti tratti dal libro “Senza il Muro” di Jacques Rupnik, filosofo, studioso e politico contemporaneo. Nel suo libro, Rupnik, spiega come la caduta del muro di Berlino sia solo l’ultimo di una serie di processi che hanno portato alla disgregazione dell’URSS e al termine della Guerra Fredda, individuando diverse cause profonde e remote come l’erosione dell’impero sovietico dalla morte di Stalin e ragioni più immediate come il rifiuto della politica totalitaria da parte di Gorbaciov. Attualmente, si assiste ad una sorta di “regressione democratica”, causata da molteplici fattori quali: l’imponente ondata migratoria, la politica UE sempre più limitata e l’imitazione troppo massiccia del modello socio-economico americano.
Il secondo relatore, Luigi Bonanate, dell’Università di Torino, ha indicato come atto d’avvio del crollo del regime sovietico l’accordo “Atto Unico” di Helsinki, sottoscritto da circa 75 paesi il 1 agosto 1975, data che, per molti storici, coincide con l’inizio della “seconda Guerra Fredda”
Dopo vari tentativi di accordo, come “L’opzione 0”, da parte degli USA, nel 1985 in Unione Sovietica sale al potere Michail Gorbaciov il quale, in poco tempo, sospende la corsa agli armamenti e sigla il “Trattato IMF” con l’allora presidente americano Ronald Reagan, ispirando la celebre citazione “più che la spada poté la penna”.
Usando la metafora della lavatrice, il prof. Bonanate, ha spiegato perfettamente agli studenti coinvolti come le repubbliche ex-sovietiche, dapprima legate all’URSS, al momento del crollo si dividano e cerchino la libertà; tra i “panni più pesanti della lavatrice” quelli della Jugoslavia.
Tramontata l’egemonia russa in Oriente, si afferma definitivamente il modello statunitense, che , agli inizi del nuovo millennio si fa carico di una funzione rigeneratrice e di un’idea di speranza. L’11 settembre 2001 abbatte però tutte le illusioni: con l’attacco alle Torri Gemelle il mondo viene, per l’ennesima volta, catapultato in una situazione di squilibrio e si afferma definitivamente il tripolarismo, cuspide formata dal bipolarismo della Guerra Fredda e dalla progressiva espansione economica della Cina.
Alberto De Bernardi, docente dell’Università di Bologna e terzo relatore della conferenza, considera il conflitto USA-URSS come una “terza guerra mondiale”, per cui la generazione attuale si troverebbe a vivere nel terzo dopoguerra.
De Bernardi si è concentrato molto sul concetto di “guerre di civiltà”, ovvero guerre combattute più sul piano ideologico che su quello militare. Una sorta di mescolanza fra i due modelli viene adottata dalla Cina con il cosiddetto “capitalismo autoritario”.
Nei tempi più recenti il sistema occidentale si vede attaccato dal modello islamico; due sistemi che, reciprocamente, non si concepiscono l’un l’altro e la cui rigidità sembra scavare un solco profondo fra mondi diversi, senza dimenticare però, come chiarisce Alberto De Bernardi, che il modello islamico, basato sulla teocrazia, è lo stesso che ha incarnato l’anima dell’Occidente fino a non molti secoli fa.
Nella seconda parte del Convegno, svoltosi nel pomeriggio, i relatori hanno dato spazio ad una discussione sulle metodologie e sugli strumenti utili affinché la storia possa essere presentata ai giovani nel modo più immediato e interessante possibile.
Un esempio per tutti è quello di Carla Marcellini, che gestisce il sito novecento.org e che ha svolto una ricerca sui manuali scolastici di storia e su come gli autori affrontino il triennio 1989-1991.
Questa ricerca fornisce dati chiari sulle diverse tipologie di approccio alla materia: dai manuali tradizionali a quelli onnicomprensivi, esaustivi ma talvolta troppo carichi di informazioni generiche, fino ad arrivare a quelli innovativi, ovvero i più recenti.
Il successivo relatore, Antonio Brusa, Direttore dell’Associazione Historia Ludens e collaboratore di novecento.org., ha incentrato il suo intervento sull’istruzione e sull’educazione alla storia nei paesi dell’ Europa Orientale. Gli stati aderenti al blocco sovietico, non disponendo sempre di una tradizione storica nazionale ed unitaria, hanno adottato i programmi scolastici dell’URSS; al crollo di questa entità politica, i paesi dell’area geografica slava hanno cercato di uniformarsi ai programmi occidentali, seppur con differenze sostanziali.
L’ultimo importante intervento è stato di Dario Sies, professore di storia e filosofia presso il Liceo G. Peano di Tortona. Rivolgendosi in particolare a professori e studenti, il docente ha illustrato una serie di progetti e modalità di insegnamento miste, capaci di conciliare la tradizione, rappresentata dai libri cartacei, e l’innovazione, rappresentata dalle piattaforme multimediali, come il progetto “Beyond the Wall” gestito dal Professore stesso.
A tutti gli intervenuti, e soprattutto agli studenti, la storia si è cosi svelata, spogliandosi della sua veste tradizionale, e riduttiva, di mero susseguirsi di eventi e fatti più o meno importanti, e offrendosi alla curiosità di chi la ama o la studia come una scienza fondata sul metodo, sulla consapevolezza di cause ed effetti e sulle svariate declinazioni del pensiero umano nel corso del tempo.
Luigi GRILLO – 5^AR Amministrazione, Finanza e Marketing