D.A. classe 1995, sedicente tunisino, nel mese di gennaio e in pieno giorno, aveva avvicinato, insieme ad un altro complice, un anziano pluriottantenne nella centrale Via Martiri salutandolo cordialmente con un abbraccio, per poi bloccarlo con forza contro il muro e sfilargli il portafoglio.

Gli agenti del Commissariato P.S. di Sanremo, a seguito di una meticolosa e rapida attività investigativa, acquisendo le dichiarazioni di tutti i testimoni presenti sul luogo del fatto e avvalendosi delle immagini di videosorveglianza cittadina, riuscivano a ricostruire la dinamica ed a individuare i due colpevoli, peraltro già noti per il loro corposo curriculum criminale.


Dati i gravi indizi di colpevolezza emersi nei confronti dei due soggetti per la rapina consumata, veniva richiesta all’Autorità Giudiziaria l’emissione di un provvedimento restrittivo. Il GIP confermava la ricostruzione investigativa degli operanti ed emetteva una misura cautelare in carcere che, tuttavia, veniva eseguita solo nei confronti del complice, M. A. tunisino classe ’90, in quanto l’autore materiale del fatto nel frattempo si era reso irreperibile.

Nella giornata di ieri, grazie alla collaborazione del Centro di Cooperazione di Polizia di Ventimiglia, si apprendeva che alcuni cittadini stranieri erano evasi dal Centro di Ritenzione Amministrativa (“maison d’arret”) di Nizza ove erano in attesa di una riammissione  o una espulsione dalla Francia.

Uno dei tre, pur con altre generalità, corrispondeva perfettamente alle descrizioni dello straniero ricercato, per cui, ritenendo possibile un rientro dello stesso in Sanremo, tutti gli equipaggi presenti sul territorio matuziano venivano dedicati alla ricerca dell’evaso. Alle prime ore della mattina, dopo lungo appostamento, si aveva conferma che l’evaso si era rifugiato presso l’abitazione ove soggiornavano la fidanzata e il figlio, probabilmente ignari che a suo carico pendesse una misura cautelare da eseguire in carcere.

Bloccato dagli agenti, lo straniero veniva condotto al carcere di Imperia ponendo così fine alla sua fuga.

Dai successivi accertamenti, emergevano altre rapine, consumate nella città di Sanremo. Considerata quindi la sua pericolosità sociale, gli veniva notificato anche il divieto di ritorno nella città di Sanremo per tre anni.