Cura ormai stabilmente circa 400 animali selvatici all’anno, eppure a fine dicembre, a meno di svolte clamorose e ad oggi non prevedibili, chiuderà i battenti. E’ il Centro di Recupero della Fauna Selvatica del Piemonte Orientale gestito dal Parco del Po di Valenza. Una struttura che da oltre un decennio non è solo un fiore all’occhiello dell’Ente, ma una risorsa per tutto il territorio. Il Centro, infatti, accoglie da sempre animali feriti in arrivo non solo dalla province di Alessandria e Vercelli, ma anche di Pavia e, occasionalmente, da altre province limitrofe.
“Si tratta – spiega Dario Zocco, direttore del Parco del Po – di un servizio pubblico di elevata professionalità, che tra l’altro ha costi ridotti (dai 35 mila ai 40 mila euro all’anno), anche grazie al fatto che, naturalmente, il personale del Parco ha sempre prestato la propria opera senza un euro di costi aggiuntivi. Le risorse servono per l’affitto, le attrezzature, la consulenza di una veterinaria libera professionista e il supporto di due collaboratori presenti al Centro ogni giorno. Tutti con compensi ridotti all’osso. Ma anche queste poche risorse non ci saranno più.”
Se fino al 2009 una quota dei costi (comunque meno del 50%) è stata coperta con i contributi di Regione Piemonte, Provincia di Alessandria e Provincia di Pavia, nel 2010 e nel 2011, nonostante le Convenzioni non siano state sospese, il contributo effettivo è stato pari a zero, e il Parco ha dovuto far fronte interamente con fondi propri alle spese di mantenimento della struttura.
“Ma continuare diventa purtroppo impossibile – conclude Zocco – anche perchè le nostre stesse risorse generali sono ormai appena sufficienti a garantire la continuità delle spese ordinarie essenziali per assolvere alle funzioni del Parco in termini accettabili”.
Così sul Centro, il 31 dicembre, calerà il sipario, a meno che qualche mecenate non decida di investire nella struttura, ma chi?
21 novembre 2011