Venerdì 17 maggio alle 21.00 presentazione del romanzo “Il postino di Mozzi” presso la libreria Ticinum in Via Bidone 20 a Voghera. Interverranno lo scrittore di Tortona Marco Candida e lo scrittore Marino Magliani.

“Il postino di Mozzi”, di Fernando Guglielmo Castanar è un romanzo corale sul mondo dei libri, che vi farà sorridere e meditare.


Con preziosi scritti di autori che hanno pubblicazioni per Mondadori, Einaudi, Longanesi, Baldini Castoldi… come il compianto Valter Binaghi, Adrián N. Bravi, Giovanni Agnoloni, Claudio Morandini, Riccardo De Gennaro, Matteo Galiazzo, Marco Candida, Giacomo Sartori, Arianna Destito, Nunzio Festa, Franco Arminio, Mauro Baldrati, Mario Bianco, Marco Drago, Francesco Forlani, Carlo Grande, Franz Krauspenhaar, Marino Magliani, lo stesso Giulio Mozzi, Beppe Sebaste, Riccardo Ferrazzi, Emilia Marasco, Stefano Zangrando, Giorgio Vasta, Alessandro Zaccuri, Alessandro Gianetti, Valentina Di Cesare, Paolo Morelli, Sergio Garufi.

Lui è un uomo metodico. Sa di voler scrivere e lo fa anche con una certa bravura. E pare abbia anche individuato la persona giusta per far emergere le sue doti. Per questo invia sempre le sue proposte letterarie a un geniaccio della letteratura qual è Giulio Mozzi. Purtroppo, pare proprio che il grande scout di talenti non riesca mai a dargli una risposta. Anzi, lo ignora del tutto. E così, un po’ per rivalsa, un po’ per disperazione, il Leopardi mancato decide di accettare quell’incarico da postino che gli era stato offerto, guarda caso proprio nella città in cui vive Mozzi. Per trenta lunghi anni consegnerà la posta a questo signore, forse non tutta, però. Infatti si riserverà di tenere per sé quelli che gli sembrano i manoscritti più interessanti. E così, il giorno in cui andrà in pensione, spedirà allo scopritore di talenti un bel lavoro antologico, formato di frammenti di romanzi, racconti, lettere e altro materiale, tutto sottratto dalla buca delle lettere di Mozzi. Un romanzo “corale”, costruito con maestria, ricco di riferimenti letterari, capace di far sorridere e meditare, incentrato sul mondo dei libri e sulla difficile arte di farli giungere alla ribalta.

“Potrei dirle: vediamoci, parliamone. Potremmo lavorare su quest’altro romanzo. Ci sono delle debolezze d’invenzione per le quali possiamo immaginare qualcosa, ci sono dei difetti di scrittura che possono essere corretti, ci sono delle giunture narrative da sistemare, e così via. Davvero, potremmo. Ma non me la sento. Non me la sento di impegnare un anno di vita suo e mio in un’impresa che rischia di produrre l’ennesimo romanzo discreto, e niente più che discreto. Non intendo darle alcun consiglio, se non quello di lasciar perdere.”

Il postino di Mozzi. Le peripezie dell’irrintracciabile Castanar

Articolo di Giovanni Agnoloni

Con Fernando Guglielmo Castanar (autore e curatore del romanzo collettivo Il postino di Mozzi, Arkadia Editore, 2019),ho un rapporto enigmatico e contrastato. So che è di origine catalana, ma viene da Trieste. Che ha fatto per trent’anni il postino, facendosi assegnare apposta (mai avverbio fu più indicato) alla città di Padova per poter orbitare intorno allo scrittore ed editor Giulio Mozzi. E che si è sempre lamentato di non essere da lui preso in considerazione come autore, nonostante i ripetuti invii di manoscritti alla sua attenzione. Per tutto questo tempo, praticamente ogni giorno, gli ha consegnato tre-quattro manoscritti, finché, a un certo punto, con lo smacco di chi non ha mai ricevuto una risposta e l’astuzia di chi vuole sparigliare, ha iniziato a sottrargliene un gran numero. E, alla fine, gli ha fatto – a lui, ma anche a 29 autori accuratamente selezionati – la sorpresa di costruirci sopra un’antologia-romanzo formata da numerosi “corpi” (di testo), come lui li chiama. Una combinazione quanto mai eterogenea, tenuta insieme da una sorta di lettera-confessione dello stesso Castanar all’ignaro Mozzi.

Di lui, però, emerge solo quanto intende lasciar trapelare. Non vuole apparire, ma rimanere tenacemente un autore marginale; forse un filo autocompiaciuto, ma verace. È quello che è emerso nell’intervista telefonica che gli ho fatto per il blog La Poesia e lo Spirito. In quell’occasione, ho scoperto quanto è suscettibile, ma anche la sua genuinità nell’essere anti-personaggio. Mi ha riagganciato, quando ho provato a indagare se avesse altri progetti letterari in corso, sorvolando sul fatto che aveva fregato il manoscritto da me, tanti anni prima, inviato a Giulio Mozzi. Non solo, ma l’ha pure fatta cascare dall’alto, dicendomi che è stato lui a darmi un’occasione. Eppure, in fondo ha ragione, quindi lo perdono.

Sì, caro Castanar, o chi accidenti sei (mica sono sicuro che non si tratti di uno pseudonimo). Dopo tutto, ti devo un favore. Mi hai messo insieme a nomi prestigiosi, mi hai rilasciato un’intervista (bene o male), e mi ero pure illuso di vederti apparire di sorpresa al Salone del Libro di Torino. E invece nulla. Fedele al tuo imperativo d’inafferrabilità, sei rimasto l’uomo invisibile, il supereroe della “letteratura inedita”. Bravo, Castanar. Ma la prossima volta che mi riattacchi il telefono in faccia lo dico a Mozzi.