Nasce ad Alessandria nella metà del 1800, studia a Casale con notevole inclinazione verso l’arte, iniziando dalla musica.
Affetto precocemente da sordità deve abbandonare l’arte dei suoni per cui applica la formazione culturale già acquisita nel campo dell’arte figurativa; al quattordicesimo anno d’età è premiato con una borsa di studio conferita dalla Città di Alessandria per permettere alla famiglia l’iscrizione di Angelo all’Accademia di Brera.
La sua vita artistica trova la fonte a Milano, qui vive, ha contatti con altri artisti del suo tempo, ritorna nella terra d’origine, precisamente a Colma di Rosignano, per passare le vacanze nella sua amata casa di collina.
La città lombarda offre molto al giovane; è costantemente in contato con gli alessandrini: Giuseppe Pelizza da Volpedo, Leonardo Bistolfi, nonché altri illustri nomi noti dell’arte figurativa
L’amicizia con artisti del calibro di Umberto Boccioni riscontra d’essere inserito fra il divisionismo ed il futurismo, anzi è certo d’aver anticipato queste due correnti: i critici lo reputano: … pittore dalla speciale sapienza compositiva e tecnica …
Il capoluogo lombardo offre parecchio in quel periodo. È un centro in fase di forte industrializzazione, una città protesa verso il futuro, forse troppo per un temperamento come il suo portato per le cose semplici.
Angelo avverte la mancanza d’un momento di riflessione, riscontrato nell’osservare l’opera sontuosa della nuova Galleria Vittorio Emanuele, progettata dall’architetto Mengoni; riconosce nelle opere Monet, la grandiosità della Stazione Centrale di Milano, s’immerge nella nebbia considerandola dolce compagna: insomma trova momenti capaci di rasserenare il suo sensibile animo.
L’abilità di ritrattista emerge nelle diverse tele in cui ritrae gli anziani ospiti del Pio Albergo Trivulzio, sono da sottolineare gli stupendi colpi di luce, dove colpiscono le diverse sensibilità dei volti di anziani subordinati all’inesorabile destino di un’esistenza senza più speranza.
Franco Montaldo