Cosa significa, per dei ragazzi di 17-18 anni presenziare alla cerimonia di commemorazione di un evento accaduto più di 70 anni prima, in un contesto così lontano da quello attuale, in circostanze che solo i libri di storia rendono reali all’immaginazione?
Come tutti gli anni, con un gruppo di compagni ed altri studenti degli Istituti tortonesi, abbiamo dedicato una domenica mattina a ricordare i Martiri del Castello, trucidati dai nazisti il 27 febbraio 1945, per rappresaglia.
Che senso ha, dunque, dedicare una delle nostre mattine di “riposo” dagli impegni scolastici al ricordo di qualcuno che non abbiamo mai conosciuto, la cui memoria, lentamente, rischia di sfumarsi nel tempo? Il senso è proprio nel nostro essere qui. Liberi di farlo, liberi di parlare e di esprimerci, liberi di muoverci e di pensare.
Abbiamo letto le nostre riflessioni, le testimonianze che ci hanno colpiti, abbiamo cantato ed ascoltato, ci siamo emozionati sentendoci per un attimo protagonisti di un momento corale. Davanti a noi tante persone…le autorità cittadine, il Sindaco Gianluca Bardone, il Vicesindaco ed Assessore alla Cultura Dott.ssa Marcella Graziano, l’Assessore Bianchi, nipote dell’Avv. Adriano Bianchi, Medaglia d’Argento della Resistenza, il Segretario provinciale ANPI Sergio Rossi, il Presidente Onorario dell’ANPI di Tortona Dott. Riccardo Prete, la Prof.ssa M.Grazia Milani, i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, i Dirigenti scolastici, ragazzi, adulti, sì, tante persone…..libere come noi.
Sotto lo sguardo buono di Padre Vittorio del Convento dei Cappuccini, che ha celebrato la S. Messa, noi sentivamo il peso delle parole dette, sentivamo il passo di quei dieci uomini che 74 anni fa hanno risalito il pendio del Castello per morirci, lasciando qui il loro ultimo pensiero, la loro ultima umana paura, il loro immenso ricordo.
Questo appuntamento non è solo una cerimonia, non è una rievocazione e men che meno una commemorazione politica; è invece ribadire, con il nostro semplice contributo, il ringraziamento a chi, sotto ogni cielo, sotto ogni guerra, sotto ogni violenza, ha saputo essere umano e coerente, permettendoci di esserlo qui, ora, a nostra volta.
Il testimone del messaggio di Pace, di rispetto della vita umana e del Bene comune è passato nelle nostre mani, in un momento di profonda commozione e gratitudine, che ci ha fatti sentire più che mai liberi e vivi.
Gli Studenti del Marconi – Carbone