È con il piglio e l’entusiasmo di un ragazzo che Ezio Giungato, Presidente della sezione tortonese del C.A.I., Club Alpino Italiano, ha accolto noi studenti della 1^AR Amministrazione, Finanza e Marketing dell’I.I.S. Marconi Carbone in visita alla mostra allestita a Palazzo Guidobono “Di bianco e di azzurro. Storie di vette, di sfide e di uomini”. In realtà per noi Ezio è una “vecchia” conoscenza, perché, in occasione dell’Assemblea d’Istituto precedente le vacanze natalizie, è intervenuto, insieme ad altri soci C.A.I., per presentarci le attività del Club, nato nel lontano 1863 per volere dell’allora ministro Quintino Sella dopo un’ascensione sul Monviso e che, ad oggi, è attivissimo su tutto il territorio nazionale, con più di 300.000 iscritti, che perseguono lo studio della montagna e la difesa dell’ambiente naturale.
Il nostro anfitrione ha illustrato, attraverso il commento degli oggetti e delle splendide foto esposte, le tecniche di arrampicata, i luoghi simbolo delle imprese alpine in Europa e sulle vette nordiche, asiatiche e sudamericane e quell’amore per la montagna che spinge gli uomini a tentare l’impossibile, offrendo alla Natura sforzi, sacrifici e, talvolta, la propria vita. Ad uno di questi uomini, il giovane scalatore tortonese Paolo Barbieri, è stata dedicata la mostra, che non vuole essere, come ha sottolineato Giungato, una commemorazione, ma il ricordo affettuoso, offerto dagli amici, di una persona speciale, che ha seguito fino in fondo la propria passione, interpretandola con dedizione e coerenza e che ora riposa tra le vette che ha amato, tra i ghiacci del Gran Paradiso.
Abituati come siamo alle comodità della vita cittadina, non abbiamo potuto che stupirci nel comprendere le difficoltà ed i rischi che una tale passione comporta e, quasi perplessi, abbiamo subito pensato all’esperienza di trekking che ci aspetta, tra le attività sportive del nostro Istituto a cui abbiamo aderito, ma poi, ammirando gli incredibili paesaggi, i profili delle creste, le cascate di ghiaccio delle foto e leggendo le parole e gli scritti di alcuni fra i grandissimi alpinisti italiani, Walter Bonatti, Hervé Barmasse ed altri, abbiamo capito che non si tratta di semplici sfide per affermare sé stessi, ma di veri e propri percorsi di vita e di conoscenza. Come ha scritto Renato Casarotto:” Il mio zaino non è solo carico di materiali e di viveri: dentro ci sono la mia educazione, i miei affetti, i miei ricordi, il mio carattere, la mia solitudine. In montagna non porto il meglio di me stesso: porto me stesso nel bene e nel male”.
Beatrice POGGIO –1^AR Amministrazione , Finanza e Marketing