Grande anno per una delle eccellenze della Liguria: crescono in quantità le olive, e a giudicare dai frutti l’olio 2018 sarà di qualità superiore.
È quanto afferma Coldiretti Liguria nel commentare le previsioni divulgate dall’Ismea per l’Italia, alla Giornata nazionale dell’extravergine italiano al Villaggio Coldiretti di Roma, che ha dato inizio alla spremitura delle olive con migliaia di agricoltori che hanno lasciato le campagne per difendere nella Capitale il prodotto più rappresentativo della dieta mediterranea. La produzione, a livello nazionale, ha subito un crollo generale del 38% per l’olio d’oliva Made in Italy. Invece in Liguria, nonostante i cambi repentini del clima, le olive stanno raggiungendo la completa maturazione e a giudicare dalle piante, la quantità sarà superiore rispetto al 2017 e la qualità rispecchierà i canoni d’eccellenza richiesti.
“L’olio è un prodotto cardine della dieta Mediterranea – affermano il Presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri e il delegato Confederale Bruno Rivarossa – che, per le sue proprietà e caratteristiche, è un valido alleato della nostra salute. Lo scorso anno in Liguria si sono raccolti circa 218mila quintali di olive e prodotto 30mila quintali di olio: l’annata 2018 nonostante i fenomeni climatici che hanno colpito la nostra regione nell’ultima settimana, si prevede decisamente migliore di quella passata: i frutti non hanno subito la siccità e si presentano sani e rigogliosi. Sarà quindi possibile per l’olio extravergine ligure, farsi ancora più strada nel mercato sia nazionale che estero dove, negli ultimi 25 anni c’è stata una crescita record dei consumi di olio d’oliva con un balzo di quasi il 49%, salto che ha cambiato la dieta dei cittadini in molti Paesi, dal Giappone al Brasile, dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna alla Germania.
L’olio ligure – conclude Boeri – rientra in larga parte sotto il marchio della DOP Riviera Ligure, ma come Coldiretti stiamo cercando di legare in maniera ancora più stretta l’oliva simbolo del ponente ligure al suo territorio d’origine: si tratta della taggiasca, conosciuta in tutto il mondo per il suo gusto delicato, per la quale chiediamo il conferimento della DOP per evitare che olive prodotte altrove possano fregiarsi di questo nome”.