Caro Direttore,
Lei m’insegna (nel suo pregiatissimo libro) che esistono sempre tre vie. Ecco, io penso che Tortona dovrebbe ripartire proprio da questo, da una terza via.
Abbiamo visto tante volte la città opporsi a qualcosa: alla chiusura dell’INPS, a quella del tribunale, alla spoliazione dell’ospedale.
Abbiamo perso importanti insediamenti industriali perché andavano “contro” una certa etica che non voleva le energie rinnovabili derivate da prodotti destinati all’alimentazione, principio che, di fatto, non è mai stato calpestato, perché il bioetanolo è prodotto dalla canna dei fossi, però mentre qui si consumavano sterili diatribe, l’insediamento industriale andava altrove portandosi dietro i relativi posti di lavoro.
In tempi più recenti abbiamo recentemente visto manifestare contro il terzo valico, contro l’inaugurazione di una sede elettorale. Si manifesta contro qualsiasi cosa che sia fuori dai dettami di una certa ideologia, forse per via di una visione troppo a senso unico e ristretta, rispetto alla realtà delle cose.
Abbiamo peraltro anche assistito ai danni provocati dalla colpevole inazione di chi ha barattato un territorio con la gloria personale. Sì, è accaduto anche questo, per doloroso che sia ammetterlo.
Stigmatizzare questi fatti non vuol dire, automaticamente, essere a favore delle iniziative in discussione. Vuole semplicemente suggerire un diverso approccio a esse, se vogliamo davvero realizzare un cambio di rotta.
A Tortona di certo non manca la volontà di opporsi. Manca più che altro una volontà di “fare”, per Tortona. Le manifestazioni di protesta “contro” non bastano, per cambiare volto alla città e invertirne un percorso che sembra delineato sul viale del tramonto. Dobbiamo smettere di protestare per ciò che “non vogliamo”, di mugugnare perché “non va” e iniziare a fare ciò che “vorremmo” diventasse Tortona, farla vivere nelle nostre azioni quotidiane. Essere “contro” distoglie attenzioni e risorse da quello che può essere fatto “per”. Ottimo il suo paragone con i negozi chiusi in occasione delle invasioni musicali, rende perfettamente l’idea. Bastava poco per rendere tutto più gradevole, ospitale, sorridente.
Diceva Madre Teresa di Calcutta: Se fate una marcia contro la guerra, non mi invitate, ma se fate una marcia per la pace io sarò in prima fila. Prima di Lei, Sofocle “Quando si tenta di curare il male con il male si aggiunge ancor più sofferenza al destino degli uomini.”
Bisogna mettere in campo delle azioni a favore di Tortona, per opporsi efficacemente a quello che ci è imposto di sbagliato.
Questa è la terza via: non “contro”, non “a favore”. La terza via è “insieme”.
Cambiamo mentalità, se vogliamo cambiare Tortona. E quel nostro orticello personale, di cui siamo così gelosi, facciamolo diventare un giardino botanico, dove sia bello passeggiare insieme, sorridenti e soddisfatti perché lo abbiamo pensato e creato noi stessi.
L’Arguto tortonese