Sabato 6 ottobre, alle ore 17, alla Società La Fraterna di Viguzzolo sarà presentato un catalogo dedicato all’opera pittorica di Pietro Dossola, uno degli esponenti più significativi della “scuola” di Tortona, sorta sulla scia dei due maestri della generazione precedente, Pellizza da Volpedo e Cesare Saccaggi. Il catalogo, intitolato “Pietro Dossola. Pittore e soldato”, è corredato da un saggio critico di Mauro Galli, da una biografia di Ruggero Rivabella, da numerose fotografie dell’artista e da 74 tavole a colori.
In occasione della presentazione, il Comune di Viguzzolo che è tra i patrocinatori del catalogo insieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona e al Comune di Tortona, ha predisposto l’allestimento di una mostra di opere di Pietro Dossola di proprietà di famiglie viguzzolesi. Si tratta di una ventina di lavori ad olio, rappresentativi di tutti i generi affrontati dall’artista, dal paesaggio alla natura morta al ritratto. L’esposizione è stata voluta dal sindaco Giuseppe Chiesa e dall’assessore alla cultura Cristina Butteri Rolandi in omaggio ai natali viguzzolesi del pittore.
Pietro Dossola, infatti, nacque a Viguzzolo nel 1887 e si iscrisse, nel 1903, all’Accademia Albertina, frequentata nello stesso periodo anche da altri giovani tortonesi, Patri e Boccalatte. Nell’istituzione torinese Dossola assunse come modello di riferimento Giacomo Grosso, il più rinomato ritrattista sulla scena artistica torinese. Sulla scia di Grosso Dossola si specializzò nella ritrattistica, ma incominciò anche a cimentarsi nel paesaggio e nella natura morta.
Partito per la guerra come ufficiale di complemento, ne tornerà con medaglie al valore e il grado di capitano. Le sue qualità di disegnatore gli fecero ottenere un incarico come cartografo all’IGM di Firenze, città che diventerà la sua abituale residenza. A Firenze, tra le due guerre, riuscì ad abbinare alla propria attività di cartografo quella di pittore entrando in rapporto con la cultura artistica locale, in quegli anni impegnata, dopo la fase delle Avanguardie, al recupero della tradizione, in particolare quella ottocentesca, dell’Impressionismo e del Postimpressionismo francesi e della pittura dei Macchiaioli, correnti a cui anche Dossola è stato sensibile. Durante il soggiorno fiorentino Dossola dipinse anche per l’IGM due opere ricche di simboli geografici e cartografici, ispirandosi alle forme della tradizione classica, un S. Gerolamo e un trittico con la Madonna del mappamondo. Ma la sua produzione più intensa è stata quella paesaggistica ispirata alla città e alle colline circostanti, ai lungarni, ai quartieri d’Oltrarno, alle piazze più antiche e ricche di monumenti, di alcune delle quali ha dato rappresentazione attraverso la tecnica dell’incisione. Legati alla sua attività di cartografo militare sono invece i soggiorni a Rodi (1923) e in Cirenaica (1926) dove dipinse suggestivi paesaggi e ritratti di indigeni, mostrando interesse per la documentazione dei costumi caratteristici e delle tipologie delle popolazioni arabe. Nel 1936 partecipò, in veste di topografo, alla guerra di Spagna e, dopo la sua conclusione, prolungò il soggiorno a Madrid fino al 1942 come insegnante di topografia per gli ufficiali dell’esercito spagnolo. In Spagna proseguì la sua attività pittorica eseguendo alcuni ritratti femminili nei costumi tradizionali e un gruppo di scene di genere su tematiche legate al mondo della corrida e al folklore spagnolo.
Nel secondo dopoguerra, collocato a riposo, intensificò i soggiorni a Tortona dove possedeva un casale alla Calabrina, tra Vho e Sarezzano, zona collinare che diventerà il soggetto di molti paesaggi, dipinti con tonalità chiare e con un segno sprezzato e dinamico di matrice impressionista. Contemporaneamente ritrasse numerose personalità tortonesi, tra cui l‘on. Romita, realizzò marine in Liguria e numerose nature morte, tra le quali predominano quelle di soggetto floreale, opere che esporrà in mostre personali tenute, tra il ’50 e il ’70, presso gallerie private di Firenze, Genova e Milano.