Il Sindaco di Diano Marina, Giacomo Chiappori, in qualità di presidente della Commissione Immigrazione per l’Anci Liguria, ha inviato una lettera al Ministro dell’Interno Matteo Salvini per spigare come secondo lui andrebbe gestito al meglio il fenomeno dei centri d’accoglienza e dell’immigrazione
“Su input anche del sindaco di Ventimiglia – dice Chiappori – sono andato a vedere il centro di accoglienza di Ventimiglia, il quale serve da elastico per le persone che arrivano e vanno via per non trovarsele in mezzo alla strada o sotto i ponti. Nei giorni in cui l’ho visitato c’erano circa 300 persone, con quella capacità il centro funziona bene. Il problema è che queste persone escono, vanno in giro per la città, ogni tanto creano qualche problema. Lo scopo della lettera per Salvini era sollevare questo tema e cercare di trovare delle soluzioni insieme per far sì che Ventimiglia ritorni ad essere una città normale. Una simile situazione va gestita meglio.”
“Quella che stiamo facendo è una gestione sbagliata – conclude il sindaco di Diano Marina – Il centro immigrati serve, perché fa da elastico nei momenti necessari, purtroppo pesa perché dal centro i migranti escono: c’è chi cerca il passeur che lo porta dall’altra parte, c’è chi con le cuffie e lo zainetto sta tutto il giorno a bighellonare per una città che già ha seri problemi. Io sono sindaco di Diano, quasi tutti i giorni dei cittadini mi chiedono perché paghiamo 35 euro al giorno per loro e noi che abbiamo costruito il Paese abbiamo 400 euro di pensione. Questo è il leitmotiv, sono storie vere, non stupidate. Ventimiglia è una città di confine, quindi bisogna trovare un giusto equilibrio con la Francia. Il centro d’accoglienza ha una certa capacità, non possono arrivarci 10 mila persone. Bisogna trovare una strada e una soluzione per le persone che ci vivono. Una proposta inoltre che farò al ministro, se lo vedo, è aumentare il controllo in città per far star tranquilli i cittadini. Infine chi è nel centro si deve alzare al mattino, dalle 9 fino alle 13 deve dedicare del tempo alla città che lo ospita, lavori socialmente utili. Non possono non fare niente dalla mattina alla sera. Se queste persone tengono puliti i giardini, se la gente si sente sicura allora sarà un’altra storia. Siamo un popolo cattolico, possono dire quello che vogliono, ma noi non siamo razzisti e neanche la vogliamo quell’etichetta.”