Non lo diciamo, noi perché altrimenti saremmo di parte, ma una lettrice che è stata ad entrambe le manifestazioni.

“Ognuno è libero di organizzare le proprie manifestazioni come crede – dice Elena Piccinini – ed è libero di pubblicizzarle come gli pare. Vho, tanto per fare un esempio, è una piccola frazioncina dove vivono 4 anime 2 gatti e 3 galline. Vho ha pubblicizzato l’evento del fine settimana su tutti gli organi di informazione, a Vho c’erano il doppio delle persone di giovedì a Tortona.”

Questo articolo non è per dare contro e gettare M. a tutti quei commercianti di Tortona che non ci amano e prediligono altre forme di comunicazione: per carità, liberi di farlo, ma semplicemente per ribadire che quando noi di Oggi Cronaca scriviamo certe cose, lo facciamo a ragion veduta.

Quando scriviamo che è un suicido mediatico non informare i giornali online di quello che si fa e quando scriviamo che organizzare manifestazioni senza darne notizia e fare pubblicità è inutile, non lo facciamo  per astio, rancore, invidia, o chissà quale altra insipida ragione, (e chi più  ne vuole, ne metta) ma semplicemente per un’analisi oggettiva della situazione. 

Il Commercio a Tortona non  sta bene: noi abbiamo fatto diversi articoli cercando di individuarne le cause. Articoli che non sono stati apprezzati da tanti commercianti, perché in Italia come ha recentemente detto l’astronauta Paolo Nespoli in un convegno alla Sala della Fondazione, in Italia si tende a nascondere i propri errori invece che ammetterli e fare tesoro per migliorare e non ripeterli. 

Mi sembra che i commercianti di Tortona siano il classico esempio del modo di ragionare tipicamente italiano.

Peccato per la città.

(a.b.)