Il Settore Lavori Pubblici del Comune Imperia informa che ha riaperto la strada a Montegrazie che era stata chiusa a seguito della frana avvenuta con l’alluvione del 2014.
“L’intervento appena ultimato – recita un comunicato del Comune – , consistente nella posa di pali di grosso diametro per contenere il piede della frana ed il fronte più esposto proprio in corrispondenza della strada, ha richiesto al Comune un impegno finanziario di 308.000 euro.”
Che dire? 308 mila euro per un Comune come Imperia sono niente per cui chiediamo all’Amministrazione Comunale: “Ma non si poteva aprire prima? Davvero il Comune ha fatto tutto ciò che poteva?”
Non lo sappiamo e probabilmente non avremo risposta, ma prima di pubblicare, di seguito il Comunicato stampa come avranno tutti i nostri colleghi, noi lo diciamo apertamente: 4 anni per aggiustare una frana ci sembrano davvero tanti e sinceramente, al posto del Comune mai avremmo fatto un comunicato per elogiare la conclusione dei lavori perché è un clamoroso autogol, ma naturalmente ben pochi giornali saranno critici come il nostro.
Di seguito il resto del Comunicato:
“Dopo la fine dei lavori si è atteso qualche giorno prima di riaprire il passaggio, al fine di monitorare i movimenti della falda sotterranea con le ultime precipitazioni. Nel sottosuolo è presente una ingente quantità acqua, che continua a lubrificare tutti gli strati della frana; per questo è previsto un secondo lotto di lavori, già finanziato nel bilancio di previsione 2018 con i fondi UE del POR-FESR per altri 235.000 euro, che partirà non appena possibile e che prevede l’installazione di drenaggi, per deviare le acque sotterranee ed impedire che in caso di intense precipitazioni la massa di terra si rimetta in movimento.
Nel frattempo, si stanno predisponendo delle misure di protezione civile e pertanto potrebbe rendersi necessario, almeno fino all’ultimazione del secondo lotto di lavori, chiudere la strada nel caso la falda dovesse salire ad un livello di allerta a seguito di intense precipitazioni.
L’assessore Guido Abbo dichiara: “la natura comanda lei, ed ha sempre ragione, e quindi purtroppo in quell’area ci sarà sempre una massa di terra potenzialmente pericolosa. Oltre a completare l’intervento in corso, sarà quindi necessario attivare un sistema di monitoraggio definitivo per mantenere sempre costantemente la situazione sotto controllo, anche in futuro. Il nostro è un territorio fragile, sempre esposto a questo tipo di problematiche; oltre a reagire in seguito agli eventi dobbiamo cercare di conoscere meglio possibile le zone critiche in modo da non farci trovare impreparati in caso di eventi eccezionali”