Domenica 14 gennaio 2018, la Chiesa celebra la 104à giornata mondiale del migrante e del rifugiato. Per il cristiano è una giornata importante, nella quale ha l’opportunità di verificare quanto “ama il prossimo come te stesso” con l’aiuto della Sacra Scrittura. Gesù, si legge nel Vangelo di Matteo (25,35.43) dice “ero straniero e mi avete accolto” e proclama benedetti quanti avranno ospitato lo straniero “venite benedetti del Padre mio” (25,34), dall’altra, accusa con parole tremende quelli che non lo fanno “via, lontano da me, maledetti… perché ero straniero e non mi avete accolto” (25,41.43) possiamo in sintesi dire che il cristiano non deve mai negare l’aiuto all’altro.
Santo Padre Francesco nel suo messaggio a questa giornata aiuta ancor più a riflettere sulle motivazioni che spingono a credere sull’importanza dell’aiuto al migrante e rifugiato presentando e sostenendo le azioni nelle quali ha declinato quattro verbi quali: accogliere offrendo ai migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione; proteggere i diritti e dignità, indipendentemente dal loro status migratorio; promuovere, ossia adoperarsi affinché siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore. Ed infine integrare con opportunità di arricchimento interculturale generate dalla loro presenza, favorendo la cultura dell’incontro, moltiplicando le opportunità di scambio interculturale, documentando e diffondendo le buone pratiche di integrazione e sviluppando programmi tesi a preparare le comunità locali ai processi integrativi. Dal Santuario della “Madonna della Guardia” di Tortona, in occasione dell’Anno della Carità nel centenario giubilare, viene proposto un video saluto di un profugo che già da diverso tempo, dedica buona parte della sua giornata nella preghiera e nel servizio alle celebrazioni. Terminiamo queste riflessioni con le parole di San Luigi Orione, tratte da una sua lettera, che ci invita ad “…impiegarsi, con ogni opera di misericordia, a spargere e crescere nel popolo cristiano e specialmente nell’evangelizzare i poveri, i piccoli e gli afflitti da ogni male e dolore un amore dolcissimo al Vicario in terra di Nostro Signore Gesù Cristo che è il Romano Pontefice, Successore del Beato Apostolo Pietro, coll’intento di concorrere a rafforzare, nell’interno della Santa Chiesa, l’unità dei figli col Padre e, nell’esterno, a ripristinare l’unità spezzata col Padre”.
Fabio Mogni