Se io fossi sindaco non ci sarebbero alessandrini, soprattutto bambini e anziani, ammalati e morti per smog.
Se la carica fosse per sorteggio e io fossi perciò sindaco: durerei pochi mesi perché adotterei l’isola pedonale integrale, in conseguenza della quale i concittadini -con i quali la disistima è reciproca- a stragrande maggioranza chiederebbero le mie dimissioni.
Mai e poi mai sarebbero disposti a rinunciare all’auto, piuttosto alla salute dei figli. Sperando nella pioggia.
La loro scusa è che siamo in pianura padana, la quale tutta è sotto la cappa dello smog. Invece l’inquinamento non è omogeneo: infatti se il sindaco si chiamasse Lino Balza e il blocco del traffico durasse 365 giorni l’anno, ad Alessandria non si supererebbero neppure di un giorno i limiti di legge.
La loro fallace scusa è la stessa del tribunale di Alessandria. Davanti al Gip infatti c’era un solo alessandrino, io , ad opporsi all’archiviazione del procedimento penale contro il sindaco (Fabbio, ma lui o un’altra fa lo stesso) per aver omesso i provvedimenti indispensabili -a detta dello stesso PM- a ridurre l’inquinamento urbano, riduzione che sarebbe drastica come è dimostrato dall’attuale assenza degli impianti di riscaldamento in funzione.
Quella sentenza di archiviazione è stata eccezionalmente “in nome del popolo” alessandrino. Come l’ho presa? Ma vaffà.
Sono per fortuna andato ad abitare altrove, sempre in Padania, ma in un paese a 12 chilometri da Alessandria: in nessun giorno dell’anno sono superati i limiti di legge (malgrado l’esecrabile uso dei camini a legna).
Lino Balza