Alle prime ore dell’alba,di oggi, lunedì 9 ottobre, i Carabinieri del Comando Provinciale di Alessandria – 80 i militari impiegati, con copertura aerea assicurata da velivolo del 1° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Volpiano (TO) – hanno dato esecuzione all’Ordinanza di applicazione di misure cautelari coercitive emessa dal G.I.P. del Tribunale Alessandrino nei confronti di 15 persone – 12 di nazionalità italiana e 3 straniere – tra le quali 3 donne, tutte residenti e/o domiciliate in questa provincia.
8 quelle associate nelle carceri di Alessandria, Asti, Vercelli e Torino: CARUSO Fioramante, 35enne di Serravalle Scrivia, censurato, già avvisato orale; LOMBARDO Giuseppe, 32enne di Spinetta Marengo, censurato; CERASA Eleonora, 23enne di Alessandria, censurata; LO IACONO Davide, 27enne di Alessandria, censurato già avvisato orale; INTILI Antonino, 35enne di Alessandria, già sottoposto a sorveglianza speciale di PS; AHSIKOU Mustapha, 33enne marocchino residente ad Alessandria; LUCIANI Serena, 28enne di Alessandria, censurata e MILIA Fabio, 30enne di Spinetta Marengo, censurato, già avvisato orale.
7 quelle ristrette agli arresti domiciliari, in forma aggravata: SZALSKA Agnieszka Anna, 39enne, convivente di CARUSO Fioramante; GROSSO Sergio, 57enne di Novi Ligure; VALDINAZZI Maurizio, 55enne di Novi Ligure; FRANZE’ Domenico, 33enne di Alessandria, censurato; BAGOSI Klodian, 31enne albanese residente ad Alessandria, censurato; BIDONE Paolo, 55enne di Pozzolo Formigaro, censurato e CUSUMANO Salvatore, 36enne di Alessandria, censurato.
Diversi i reati contestati, che vanno dall’estorsione all’incendio, dalla violenza privata al falso ideologico commesso sia dal pubblico ufficiale che dal privato in atti pubblici; dall’intestazione fittizia di beni/trasferimento fraudolento di valori al favoreggiamento della permanenza illegale del cittadino extracomunitario nel territorio dello Stato, tutti in forma aggravata.
Le indagini, convenzionalmente denominate “Operazione Bad Guys”, condotte dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Alessandria e coordinate dalla locale Procura della Repubblica, avviate sin dal mese di febbraio dello scorso anno, a seguito dell’arresto di 4 persone autrici di alcune estorsioni ai danni di operatori economici alessandrini, hanno consentito di individuare l’esistenza di un gruppo variamente articolato di soggetti, operanti stabilmente tra l’alessandrino e il novese, che vede tra le figure di spicco quella di CARUSO Fioramante, pluripregiudicato di origini siciliane, già assurto alla ribalta delle cronache nel 2012, in quanto citato tra le carte dell’inchiesta condotta all’epoca dalla procura di cremona sul “calcioscommesse”.
Tra i fatti in contestazione emerge come, secondo l’accusa, il predetto, già avvisato orale, per tutelare il suo “investimento” in un ristorante di Novi Ligure – in seguito ceduto ma al momento in cui era sottoposto ad indagini “strategicamente” intestato ad alcuni prestanome (la moglie ed un amico, anch’essi oggetto del provvedimento restrittivo odierno), in modo da eludere l’eventuale applicazione di misure di prevenzione patrimoniali a suo carico – cercava di costringere, mediante minacce di gravi ripercussioni fisiche, due Pubblici Ufficiali a cancellare/distruggere degli atti da essi redatti a suo carico e afferenti un controllo al citato esercizio da lui “gestito”.
Controllo, peraltro,sempre secondo l’accusa, i Pubblici Ufficiali in realtà non avevano mai effettuato, ma ne avevano attestato falsamente l’esecuzione proprio per favorire CARUSO, oggetto di lamentele da parte degli abitanti degli edifici adiacenti il ristorante, esasperati dalle emissioni sonore provenienti dal locale in occasione degli intrattenimenti per i clienti organizzati dall’uomo.
Per tale condotta, i due sono anch’essi tra i soggetti colpiti dall’ordinanza restrittiva eseguita oggi.
Fra le altre condotte addebitate a CARUSO, in concorso con altri tra i quali LOMBARDO Giuseppe, anche l’incendio appiccato ad un cassonetto della nettezza urbana posto in prossimità delle abitazioni confinanti con il suo ristorante allo scopo di intimidirne i condomini, che avevano osato lamentarsi del volume eccessivo della musica proveniente dal locale, lamentele che avevano portato all’emissione di un provvedimento comunale di divieto di diffusione della musica all’interno dell’esercizio. Atto intimidatorio deciso e posto in essere allorquando CARUSO era venuto ufficiosamente a conoscenza del provvedimento comunale.
Al soggetto è inoltre contestata una grave intimidazione nei confronti di un imprenditore di Novi Ligure, a sua volta “colpevole” di non volergli affittare gratuitamente un appartamento. Il diniego ricevuto mandava su tutte le furie CARUSO che contattava un collaboratore dell’imprenditore ingiungendogli di riferire al datore di lavoro che, se entro il pomeriggio non fosse avvenuta la consegna delle chiavi dell’appartamento scelto, al suo rientro dalla Sicilia lo avrebbe picchiato fino a “stenderlo”. La Minaccia, in seguito reiterata e accompagnata anche dall’assoluta indifferenza rispetto ad un eventuale intervento delle FF.OO, sortiva l’effetto voluto, poiché l’imprenditore alla fine “decideva” di “lasciargli” trattare l’affitto dell’appartamento direttamente e personalmente con il proprietario dello stesso, “rinunciando” quindi al compenso che gli sarebbe stato dovuto per la sua intermediazione.
Nell’ambito delle indagini sono poi emersi autonomi profili di responsabilità a carico di altri soggetti, legati da rapporti di assidua frequentazione con CARUSO.
Significativo un episodio di grave intimidazione nei confronti di un imprenditore alessandrino ad opera di FRANZE’ Domenico, INTILI Antonino, LO IACONO Davide, avvenuto nel febbraio 2016. I tre figuri, recatisi nel locale notturno gestito dall’uomo, alternando gravi minacce a pseudo “consigli” lo costringevano a tollerare la presenza nel locale del parente di uno dei tre, nonostante quest’ultimo si fosse reso in precedenza protagonista di una violenta aggressione nei confronti di un altro cliente causando la chiusura temporanea dell’esercizio, tentando altresì di farsi affidare il servizio di sicurezza all’interno del locale.
In diverso contesto, si sono poi ricostruite le responsabilità di cinque soggetti, tutti gravati da pregiudizi di polizia, e precisamente FRANZE’ Domenico (quale mandante), LOMBARDO Giuseppe e CERASA Eleonora (quali organizzatori), BAGOSI Klodian (quale “vedetta/palo”) e MILIA Fabio (esecutore materiale), che in concorso tra loro, nel mese di luglio 2016, appiccavano il fuoco, distruggendola, all’autovettura di un imprenditore alessandrino parcheggiata a ridosso di abitazioni “colpevole” di aver redatto una lettera di richiamo nei confronti della moglie di uno dei cinque, sua dipendente.
Inoltre, gli stessi LOMBARDO Giuseppe e CERASA Eleonora, unitamente a LUCIANI Serena ed altri tra i quali A.M., marocchino trentaduenne e C.S., italiano trentaseienne, avevano avviato una ormai consolidata attività volta a favorire, dietro pagamento di somme in denaro, la permanenza illegale sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari attraverso matrimoni fittizi tra cittadine italiane e questi ultimi. Al riguardo, almeno 2 i matrimoni fittizi conclamati, celebrati presso il comune di Alessandria tra il mese di maggio e quello di ottobre dello scorso anno.
In occasione dell’esecuzione delle predette misure, gli operanti traevano in arresto, in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, il summenzionato CUSUMANO Salvatore, nella cantina della cui abitazione veniva rinvenuta una piantagione di marjiuana costituita da oltre una trentina di piante di n. 30 piante coltivate in vaso, poste sotto sequestro unitamente a tutta l’attrezzatura (lampade alogene etc.) necessaria per farle crescere al chiuso, essicarne le foglie e confezionarla in dosi.
Nel corso delle perquisizioni sono stati altresì rinvenuti, nella disponibilità di: LOMBARDO Giuseppe, denaro falso per l’ammontare di circa 600 euro in banconote da 50,00; INTILI Antonino, documentazione di vario genere, tra l’altro, verosimilmente attestante l’esistenza di falsi rapporti di lavoro in favore di cittadini extracomunitari.