Pubblichiamo di seguito un documento approvato dalla Giunta Comune di Diano Marina su invito della Coldiretti della Provincia di Imperia volto ad opporsi alla decisione del Parlamento Europeo che ha dato il via libera all’abolizione dei dazi con il Canada. Accrodo che secondo la Coldiretti penalizzerebbe le imprese locali.
LA GIUNTA COMUNALE
PRESO ATTO che il 15 febbraio 2017 il parlamento europeo ha dato il proprio consenso alla conclusione del comprehensive economic and trade agreement (di seguito denominato ceta), accordo economico e commerciale globale tra unione europea e Canada che prevede l’abolizionedella maggior parte dei dazi doganali tra le parti;
CONSIDERATO che il Canada è il dodicesimo partner commerciale più importante dell’unione europea e il volume degli scambi raggiunge quasi 60 miliardi di euro l’anno;
RILEVATO che il CETA:
– introduce sostanzialmente un meccanismo di acritica deregolamentazione degli scambi e degli investimenti che non giova alla causa del libero commercio e pregiudica in modo significativo la competitività’ e l’identità’ del sistema agricolo nazionale;
– non soddisfa i fondamentali obiettivi ed esigenze di trasparenza;
– non contiene alcuna disposizione volta a garantire il rispetto del principio di precauzione. Su quasi 1600 pagine di un accordo che incide in molti settori legati all’ambiente, contenente un capitolo sul “commercio e ambiente”, si costituisce una Commissione competente in materia, in cui non c’è neppure un riferimento al principio di precauzione e, anzi, ci sono delle previsioni che ne limitano o contraddicono l’applicazione. Nel Trattato, in particolare, si fa riferimento al principio di precauzione nell’accezione proposta dall’Organizzazione
Mondiale del Commercio (WTO), che condiziona l’adozione di eventuali misure restrittive ad evidenze scientifiche circa l’esistenza di un rischio ambientale o sanitario ed alla dimostrazione che non si determini una restrizione del commercio internazionale. Il Canada,
d’altra parte, seppure formalmente rispetti il principio di precauzione, non lo ritiene vincolante sul piano commerciale (vale la pena di ricordare la posizione italiana no ogm);
– non vi è nessuna clausola che comprenda il tema dei diritti dei lavoratori;
– semplifica e vanifica il complesso sistema di regole di produzione, di protezione della qualità e dell’ambiente vigente a livello comunitario e nazionale, rispondendo all’unico criterio cogente della facilitazione commerciale ed affidando valutazioni e giudizi di conformità e responsabilità, in modo permanente, a più di una decina di Commissioni apposite create dal Trattato e sottratte allo scrutinio giurisdizionale, tecnico e parlamentare, sia di livello comunitario, sia nazionale.
– consente le “volgarizzazioni” legate ai nomi dei prodotti tipici dell’italian sounding (ad esempio, il Parmesan) e la convivenza sul mercato con le denominazioni autentiche dei nostri prodotti. La combinazione del principio della «fabbricazione sufficiente» con il criterio del codice doganale, inoltre, rende, di fatto, impossibile l’evidenza dell’origine del prodotto;
– per alcuni prodotti (asiago, fontina, gorgonzola) è consentito in Canada l’uso degli stessi termini, accompagnato con “genere”, “tipo”, “stile” e da una indicazione visibile e tangibile dell’origine del prodotto, fatto salvo il caso dei prodotti immessi sul mercato prima del 18 ottobre 2013, che possono essere commercializzati senza alcuna indicazione;
– introduce l’applicazione del principio di equivalenza delle misure sanitarie e fitosanitarie che consente di ottenere il mutuo riconoscimento di un prodotto e che, quindi, permetterà ai prodotti canadesi di non sottostare a nuovi controlli nei Paesi in cui verranno venduti, dimostrandone l’equivalenza con quelli commercializzati dalla controparte. Tale meccanismo risulta molto rischioso per la salute e per i consumatori, considerando che in Canada sono impiegate un numero rilevante di sostanze attive vietate in Unione europea, tra cui, a titolo di esempio, il glifosato in fase di pre-raccolta del grano, proibito in Italia. Inoltre, in Canada vi è un diffuso impiego di ormoni negli allevamenti, non consentito in Italia;
PRESO ATTO che il CETA è un accordo a natura mista per la cui entrata in vigore è necessaria la ratifica da parte di ciascuno Stato membro secondo le rispettive disposizioni nazionali;
RILEVATO che in un momento di grave crisi in cui il nostro Paese è alla ricerca di azioni e risorse per il rilancio dell’economia e della crescita occupazionale, il made in Italy e, in particolare, quello agroalimentare, è universalmente riconosciuto come straordinaria leva competitiva “ad alto valore aggiunto” per la crescita del Paese.
CONSIDERATO che l’agroalimentare made in Italy rappresenta una voce importante che contribuisce alla coesione sociale, attraverso lo sviluppo di occasioni ed il miglioramento delle condizioni di lavoro;
VISTO che l’Unione Europea e i suoi partner dovrebbero orientarsi verso politiche commerciali multilaterali e bilaterali al servizio dell’interesse generale, della qualità dello sviluppo, della cooperazione tra paesi e aree regionali;
RILEVATO che Coldiretti è impegnata, con una coalizione di altri portatori di interesse, in un’azione tesa ad informare e sensibilizzare il Governo ed i Parlamentari italiani chiedendo loro di non votare a favore della ratifica dell’accordo e di impedire l’entrata in vigore del Trattato in via provvisoria, nella direzione di ragioni di scambio improntate alla democrazia economica ed alla
salvaguardia dei diritti dei consumatori e delle imprese;
PREMESSO che la Federazione Provinciale Coldiretti di Imperia ha presentato in data 28/06/2017 una proposta di ordine del giorno finalizzata alla condivisione da parte del Comune dell’azione di Coldiretti per un commercio libero e giusto e per un’Europa libera dal CETA;
CONSIDERATO che la Giunta comunale condivide le motivazioni ed i contenuti della proposta di ordine del giorno presentata dalla Coldiretti;
ATTESO che il presente atto non necessita dei pareri di regolarità tecnica e contabile, stante la sua natura politica programmatica che non comporta impegni di spesa;
VISTO il d.lgs. 267/2000;
VISTO lo Statuto Comunale;
Per quanto sopra,
Con voti unanimi favorevoli espressi per alzata di mano,
DELIBERA
– di approvare quanto in premessa che costituisce parte sostanziale del deliberato ritenendo quanto proposto dalla Federazione Provinciale Coldiretti di Imperia ampiamente condivisibile in quantomotivato anche dalla necessità di tutelare gli interessi dei cittadini e delle imprese agricole delnostro Comune;
– di impegnarsi ad intraprendere iniziative volte a sollecitare il Parlamento ed il Governo ad impedire l’entrata in vigore nel nostro Paese del Trattato CETA, arrestando il processo di ratifica dell’Accordo in Italia ed adottando ogni iniziativa necessaria ad ostacolare l’applicazione
del Trattato anche in via provvisoria.
– di dare atto che il presente provvedimento non comporta assunzione di alcun impegno di spesa;
– con successiva ed unanime votazione il presente atto è dichiarato immediatamente esecutivo ai sensi dell’art. 134, comma 4°, del D.Lgs. 18.08.2000, n. 267 in quanto necessario per far fronte nei giusti tempi alle necessità operative.
IL SINDACO On. Giacomo CHIAPPORI