Quante persone hanno il coraggio di mettere in piazza i loro problemi, specie se si tratta di forte depressione che porta al suicidio? E quante persone riescono a raccontare lo spassionato attaccamento alla cose materiali, al sesso, anche omosessuale, uno stupro, la disperazione di aver perso l’amore e in antitesi vivere una vita di successo invidiata da tanti perché ogni giorno era qualcosa di apparentemente adrenalinico.
Milly Gualteroni lo ha fatto ieri sera. Nella sala Don Piana a Diano Marina, introdotta dal viceparroco Don Fabrizio Contini ha spiegato gli anni in cui viveva nella Milano dei ricchi, la Milano da bere considerata giornalista di successo e dentro moriva pian piano, giorno dopo giorno, specie nell’anniversario della morte del fratello maggiore e del padre entrambe suicida.
Un racconto toccante arricchito da episodi che hanno spiegato come da ragazzina ha perso la fede perché la vita gli aveva strappato le persone che amava, l’aveva sfregiata con una violenza sessuale e l’aveva derisa col fidanzato che in seguito a questa violenza l’ha abbandonata, per poi riapparire dopo decenni 4 anni fa chiedendo di essere perdonato e riaprendo una profonda ferita che Milly aveva dimenticato.
Così la giornalista di Sondrio ha presentato il suo libro “Strappata all’abisso – dagli psicofarmaci alla fede” di fronte a circa 50 persone che sono davvero tante per la presentazione di un libro, in una calda estate dove a Diano marina, in contemporanea si svolgevano altri 5 eventi, ma questo indubbiamente era il più toccante.