Ci sono ancora 5 giorni di tempo, sino al 30 di maggio, per inviare le proprie opere e partecipare all’8° edizione del Premio Letterario della Città di Ventimiglia, che da quest’anno si avvarrà, per la pubblicazione dell’opera vincitrice, di una prestigiosa casa editrice, “Nottetempo”, che si occuperà anche della diffusione nazionale di questo premio.
Sono ammesse tutte le possibili tipologie di romanzo (biografico, storico, fiction, giallo, ecc.). Possono partecipare al concorso autori di qualsiasi nazionalità; le opere presentate dovranno essere esclusivamente in lingua italiana e inedite. Non saranno accettate opere pubblicate, anche solo per estratto, su giornali, riviste o su Internet. I dettagli del concorso si possono trovare in home page del sito del Comune di Ventimiglia.
Questa edizione è caratterizzata dalla volontà di dar maggior respiro al concorso: una nuova casa editrice, una politica di promozione oltre i confini regionali, e un allargamento di campo nella scelta del tema.
La premiazione si terrà entro settembre 2017 presso la sede della Biblioteca Civica Aprosiana: in occasione della cerimonia di premiazione sarà presentata, in prima nazionale, l’edizione del romanzo vincitore e l’Assessore Pio Guido Felici, assieme all’Associazione Eventimiglia Cultura, sta organizzando un evento ad hoc.
Il premio, nato nel 2008 con l’obiettivo di incoraggiare nuove voci a esplorare storia, tradizioni, contemporaneità del territorio intemelio e della sua collocazione di frontiera, ha via via approfondito e sviluppato il suo tema originario nelle diverse declinazioni di “confine”. Il titolo dell’8° edizione, “Dietro lo specchio di Alice”, è la nuova indicazione per l’autore che quest’anno può dar vita alla sua opera letteraria inedita (potrà trattarsi di romanzo o saggio) partendo da un punto vista più ampio – immaginario, psicologico o concreto e letterale – senza dover obbligatoriamente ambientare il proprio scritto a Ventimiglia. Può esprimere tutto quello che sta “dietro lo specchio”, anche della terribile valenza che la storia dei popoli ha dato alla parola “confine”, nei modi che oggi tragicamente si ripetono.