Il territorio comunale di Alessandria è zona ricca di acque: fiumi, torrenti, ruscelli, falde acquifere superficiali e profonde provenienti da Appennini e Colline. Doni preziosi di “Madre Natura” usati per le coltivazioni e per l’artigianato e l’industria.
Tuttavia, l’uso improprio che se ne è fatto sta compromettendo questo prezioso patrimonio in tutto il nostro Paese: contaminazioni delle acque di falda e dei fiumi di natura industriale, esondazioni frequenti e smottamenti di terreni collinari causati dalla cementificazione del terreno, abusivismo edilizio, urbanizzazione senza regole e criteri adeguati.
«Uno degli obiettivi principali dell’Amministrazione Comunale — riferisce l’Assessore all’Ambiente e alla Salute — è stato quello di porre freno a tale scriteriato sviluppo e iniziare il difficile cammino del risanamento. Si è partiti dall’analisi e studio dei rischi di alluvione e di dissesto basandosi sulle “Mappe di pericolosità e Rischio” sviluppate dall’Autorità di Bacino e dalla Regione Piemonte. Si tratta di una mappatura del territorio del Piemonte che individua aree nelle quali le alluvioni sono rare, poco frequenti o frequenti e possono causare danni a persone o beni da poco rilevanti ad assai rilevanti».
Tale analisi e studio, uniti alla consultazione di progetti preliminari disponibili o fatti sviluppare in via preliminare ad hoc (è questo il caso dello studio dei Rii minori che è stato finanziato dall’Amministrazione Comunale nel corso del 2016) hanno permesso di identificare e descrivere gli interventi sul territorio necessari a risanarlo in maniera adeguata.
La descrizione e i risultati di tale attività — condotta da una Unità di progetto interdisciplinare formata unicamente da Personale Tecnico Comunale — sono stati riportati in una relazione presentata il 15 marzo dall’Assessore all’Ambiente e alla Salute alla Giunta Comunale. Ne è stato approvato il contenuto e la proposta di inviarlo alla Regione Piemonte per poter aprire un tavolo di discussione basato su solide basi.
La relazione e le mappe citate saranno rese disponibili on-line e discusse in sedi istituzionali e con le associazioni ambientaliste. Si intende, in altre parole, interagire con i cittadini, coglierne i suggerimenti e tenerli informati degli sviluppi del tavolo tecnico aperto con la Regione.
Gli interventi principali elaborati sono i seguenti:
- Interventi sul fiume Tanaro. Le difese spondali del Tanaro hanno retto alla piena dello scorso novembre, ma il margine di sicurezza si è rilevato inadeguato e da incrementare con i seguenti interventi:
- abbassamento della soglia sulla quale insisteva il vecchio Ponte Cittadella;
- consolidamento e ulteriore innalzamento degli argini fra Ponte Tiziano e nuovo Ponte Cittadella;
- creazione di una cassa di esondazione naturale (cioè non cementificata) a monte della Città di Alessandria.
- Interventi sul fiume Bormida. Arretramento degli argini in sponda destra dalla fascia golenale A alla B offrendo quindi al fiume un’area di laminazione più vasta. Tale intervento può essere fatto solo contestualmente alla costruzione di un nuovo ponte con viadotto in rilevato.
- Interventi sul “Bacino del Rio Loreto”. Si tratta di un reticolo di corsi d’acqua costituiti principalmente dai rii Loreto, Maddalena, Giardinetto, Longine e del Ponte Rosso situati nella zona Ovest del territorio comunale. Gli allagamenti e gli smottamenti hanno una frequenza elevata annuale e a volte semestrale: causano danni il più delle volte di lieve entità ma ricorrenti e frustranti per gli abitanti. La problematica della sistemazione idraulica dell’area per essere efficace non può affrontarsi per ogni singolo rio ma deve prevedere la sistemazione dell’intera area. Sono stati studiati vari scenari sistemativi presentati e discussi in seduta pubblica alla popolazione locale.
- Interventi sul Rio Lovassina. Scorre tombato sotto l’abitato di Spinetta Marengo e di Litta Parodi provenendo da Pozzolo Formigaro. Esonda frequentemente causando forti disagi e danni anche di natura sanitaria in quanto in esso sono convogliati parte degli scarichi fognari civili. Il progetto preliminare, svolto alcuni anni orsono, prevede la costruzione di un bacino di esondazione e di un canale scolmatore che devia le acque di piena alla Bormida.
A completamento dell’analisi è stata fatta una valutazione economica delle risorse necessarie per questa grande azione di risanamento del territorio. L’importo totale — nella relazione sono stati riportati dettagliatamente i costi dei vari interventi — è rilevante: 115 milioni di euro. Tale importo include anche un importo di incentivazione alla delocalizzazione di abitazioni site in aree golenali.
Il finanziamento delle attività sarà richiesto dalla Regione Piemonte all’Unità di Missione opportunamente creata alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il risanamento idrogeologico della Nazione e per la messa in sicurezza sismica.
I fondi saranno erogati in un Piano pluriennale seguendo criteri di priorità. Si tratta di un programma di investimenti immane, ma anche dell’iniziativa più rilevante che il nostro Paese può accingersi ad intraprendere e che offrirà possibilità di lavoro diversificate e soprattutto con carattere locale.
«Per rendere possibile, in tempi ragionevoli, la realizzazione di tale grande progetto — conclude l’Assessore Comunale all’Ambiente e alla Salute di Alessandria — il Governo dovrà riconsiderare l’elenco delle cosiddette “Grandi Opere” e valutare quali di esse nello scenario attuale abbiano ancora rilevanza e/o esigenza prioritaria».