“La ripresa da noi non si vede ancora, i dati infatti evidenziano un continuo calo che ormai prosegue da diversi anni”. Così Antonio Sindoni, responsabile degli edili della Confartigianato di Imperia, fotografa la persistente crisi che sta vivendo il settore delle costruzioni. Secondo le ultime analisi il numero di imprese è calato, dal giugno del 2015 allo stesso mese di quest’anno, da 547 a 520, con una conseguente diminuzione anche degli operai da 2.030 a 1.824. “Il trend negativo è nato nel 2008, e negli ultimi tre o quattro anni è stato ancora più marcato con una caduta libera – ha proseguito Sindoni -. In questi ultimi mesi abbiamo forse registrato un leggero rallentamento della discesa, ma il segno meno persiste. Il bilancio è quindi negativo, considerando inoltre che viene rapportato ad anni già difficili con cali di lavoro preoccupanti”.
Esaminando i numeri degli ultimi due anni e mezzo, emerge in provincia di Imperia una perdita di 67 imprese (- 11,4%) e di oltre 3 mila operai del settore (- 14,2%). Il singolo mese di ottobre 2016, rapportato con lo stesso periodo dell’anno precedente, ha registrato un calo di 13.527 ore lavorate (da 278.387 a 264.860). Il mese più negativo è stato quello di giugno con oltre 27 mila ore in meno (da 273.371 a 246.286).
“A testimoniare come questa crisi stia avendo conseguenze pesanti sulle imprese sono anche le numerose richieste di rateizzazione dei contributi per la cassa edile – spiega Sindoni -, ovvero quella quota che viene versata ogni mese ed è destinata all’assistenza degli operai oltre che utilizzata per le 13esime e 14esime. Se le ditte chiedono di rateizzare questi pagamenti, significa che il momento è davvero difficile per tutto il mondo dell’edilizia. Il mercato del nuovo è praticamente fermo, come dimostrano le poche gru presenti per le strade, e quello sull’esistente è molto basso. L’edilizia langue sia nel pubblico, tranne qualche piccola eccezione, come avvenuto a Sanremo con gli interventi sulle scuole, sia nel privato”.
Tutto questo ha ripercussioni anche sulla massa dei salari, con un -3,58% rilevato nel mese di giugno che ha chiuso con una differenza negativa di 97.294 (dai 2.814.869 del 2015 ai 2.717.575 di quest’anno).
Una crisi dalla quale si potrà uscire con progetti di recupero edilizio, con demolizioni e ricostruzioni del patrimonio esistente – ha proseguito il responsabile degli edili della Confartigianato -. I privati dovranno essere messi in condizione di accedere a finanziamenti ed agevolazioni. Come Confartigianato abbiamo infatti avviato il progetto legato agli interventi nei condomini, con facilitazioni di credito e garanzie di qualità (vedi articolo specifico n.d.a.). Capitolo a parte è poi quello dell’antisismica, un tema che deve essere inevitabilmente affrontato. Ci sono infatti molte costruzioni che sono state realizzate negli anni ’60 – ’70, secondo i canoni dell’epoca, ma che oggi dovrebbero essere oggetto di interventi mirati. Infine riponiamo grandi aspettative anche verso le Pubbliche Amministrazioni – ha concluso -, affinché possano bandire appalti dedicati, nel rispetto della Legge, alle ditte locali. Le norme consentono infatti che per alcuni interventi vengano invitate imprese del territorio”.