Giovedì 1° dicembre ore 15,45: dal terrazzo di casa vedo verso nord-ovest una immensa nube nerissima dilatarsi verso l’alto con tendenza a spingersi verso est.
Telefono al sindaco Tagliani, ma non lo trovo (probabilmente è già in pista e infatti poco dopo leggo i messaggi del Comune con l’invito alle persone di starsene chiuse in casa). Chiamo il vice Gianni Girani che si trovava sul greto della Scrivia verso Molino per altre vicende ambientali. Mi dice che pochi minuti prima ha sentito e continua a sentire forti esplosioni e che una altissima fiamma spicca sul paesaggio.
Dapprima temeva un incendio a Scrivia nella zona che il Parco aveva piantumato tre anni fa, ma la cosa ora gli pare assai più grave.
Mia moglie mi accompagna verso Molino e vedo due colonne di fiamme, una delle quali assai più alta della nostra torre e un fungo di fumo che nel frattempo si è notevolmente ampliato. Il vento a terra soffia da sud ovest, ma a più alte quote evidentemente viene da nord-ovest. Scatto una serie di foto, ma poi mi allontano perché la nube si espande verso Molino, Casei e Castelnuovo (successivante scavalcandole verso Pontecurone e Tortona).
Questi i fatti.
Ciò che ritengo più importante è che nel giro degli ultimi dieci anni fatti analoghi, anche se di minore intensità, sono avvenuti ben quattro volte (ne ho la documentazione fotografica).
Ad esempio ricordo qualche anno fa, nella campagna accanto alla cappella del Secco, mentre si celebrava l’anniversario della tremenda strage del 1944, levarsi sopra la raffineria fiamme assai alte e una densa nube che il vento spostava con un lunghissimo filamento verso Alessandria.
Analogo fenomeno ho visto, mentre lavoravo alla vigna, all’inizio di luglio di quest’anno.
La mia attenzione alla raffineria di Sannazzaro scaturisce dal fatto che la presenza di polveri sottili nella Bassa Valle Scrvia è particolarmente elevata e a ciò ovviamente contribuisce quotidianamente quanto esce dalle ciminiere dell’impianto.
La frequenza di incidenti in una delle raffinerie più grandi d’Europa è troppo elevata e a questa ultimamente si sono aggiunti gli interventi dolosi sugli oleodotti che attraversano il nostro territorio, manomissioni che hanno appestato le falde della Scrivia e dei cui effetti ultimamente si parla poco.
Forse è venuto il momento di darci una regolata per tutelare la nostra salute e cercare di abbattere l’inquinamento dell’aria e delle acque.
Antonello Brunetti