“Entro fine anno i Comuni liguri devono arrivare al 45% di recupero dei materiali sulla raccolta differenziata e al 40% solo per Genova, viste le difficoltà riconosciute: primo passo per arrivare entro il 2020 al 65%, un obiettivo che a livello di differenziata andava raggiunto nel 2012″. L’assessore al Ciclo dei Rifiuti Giacomo Giampedrone traccia la linea sul tema raccolta differenziata a margine della premiazione di Legambiente di Comuni ricicloni, che assegna un riconoscimento agli enti locali che hanno raggiunto le percentuali più elevate di raccolta differenziata.
“A situazioni di emergenza – ha detto Giampedrone – si devono dare risposte straordinarie per far uscire la Liguria dal grave problema dei rifiuti in cui l’abbiamo trovata”. Nel commentare i dati presentati quest’oggi sui 32 Comuni liguri che hanno superato la soglia del 65% di raccolta differenziata (erano la metà l’anno scorso), l’assessore li ha definiti “lungimiranti perché hanno iniziato un percorso quando ancora non esisteva la legge regionale che lo imponeva. Si tratta però di numeri – aggiunge – che devono crescere, sulla base di un patto tra Enti locali e cittadini che deve portare ad una normalizzazione della regione sul fronte delle politiche ambientali della gestione del rifiuto”.
“Il mio obiettivo è quello di non arrivare a penalizzare economicamente alcun Comune – prosegue Giampedrone – ma la nostra legge, la 20 del 2015, parla chiaro. Entro fine anno si deve garantire una percentuale di recupero almeno del 45% per sei tipologie di materiali: plastica alluminio vetro, legno, carta e organico. Se l’obiettivo non sarà raggiunto verrà applicato un onere economico di 25 euro a tonnellata sul differenziale mancante rispetto all’obiettivo da reinvestirsi come incentivo alla crescita del sistema di raccolta differenziata”.
Giampedrone ha inoltre inviato un ultimatum al Comune di Genova la cui raccolta differenziata in un anno è cresciuta solo dello 0,8%: “Ancora sei mesi per inviare in Piemonte i rifiuti dell’area metropolitana, fino a giugno 2017, e poi stop ad ogni accordo fuori regione. Dobbiamo ritornare autonomi almeno su Genova, riaprendo Scarpino, con gli opportuni investimenti e realizzando impianti di trattamento dell’organico ed arrivare a fine anno all’obiettivo del 40% di raccolta differenziata. E se per questo ad Amiu servono soci privati va bene, da tempo dico che Genova non è un bell’esempio rispetto alla Liguria: il capoluogo ligure è cresciuto dello 0,8% di raccolta differenziata, veramente troppo poco per arrivare al 40% che è l’obiettivo di qui a fine anno fissato per il capoluogo di regione. Ben vengano dunque accordi tra Amiu e soci privati per risolvere i problemi dell’impiantistica – conclude Giampedrone -. Abbiamo sempre detto che l’apertura al privato è positiva, soprattutto quando le grandi società pubbliche non riescono a garantire investimenti, l’importante è riallineare la Liguria a un quadro di politiche ambientali che oggi ci vede fanalino di coda nazionale”.