Il suo pennello è un continuo rincorrersi di luci ombre nei ricordi della vita contadina, un mondo ritratto con innata sensibilità
I paesaggi, i ritratti, le figure, i fiori, ecc… si immergono in una prospettiva derivata da un attento studio del mondo circostante, attento a particolare immerso nello sfondo rappresentato con ragguardevole senso artistico.
Il ritratto, il paesaggio nebbioso sono l’espressione più viva della pittura di Antonietta Barberi.
L’incisività della sua tavolozza, si sofferma sulle marine, nei boschi, attraverso le figure umane, quasi sempre con un passato, espresse or attraverso le tinte calde, tipiche dei tramonti sul mare; or rimarcando la rigidità dell’inverno, come s’intravede nei pascoli. Ogni raffigurazione ha una storia, la sua storia, da non confondere le une con le altre, seppure hanno, come filo conduttore, quel tocco sapientemente dosato, caratteristico di tutta la pittura di Antonietta.
L’insieme è ricco di poesia, di racconti, quei racconti ravvisati nei volti, nelle mani: sì, perché anche le mani parlano, hanno un linguaggio. Eccome! – dove è racchiusa un’esistenza, seppur serena, molte volte sostenuta dal peso del lavoro logorante, sia per aver accudito un gregge, sia per aver accatastato le fascine, utili a riscaldare le fredde giornate dell’inverno.
L’opera tutta sfocia negli sfondi profondi, impostati dopo un attento studio, un’attenta valutazione della realtà, sapientemente dosata con l’impiego della prospettiva personale, delicata, immersa nel lontano, adeguatamente proporzionata nell’intera composizione; così come la natura la propone.
Ogni tratto è lo specchio della realtà circostante, accompagnato da un cromatismo in perfetta sintonia con i soggetti, il cui sfondo è un paesaggio sempre uguale; nello stesso tempo sempre diverso.
Franco Montaldo