E’ il dottor Marco Battelli, residente a Borghetto, contrabbassista e presidente del prestigioso Lousiana Jazz Club di Genova
Al Louisiana di Genova, uno dei migliori ritrovi storici di jazz, da oltre mezzo secolo, si può ascoltare musica di qualità. Il ‘Louisiana’ comprende il Louisiana Jazz Club, il Museo del Jazz, costituito nel 2000, dove sono custodite migliaia di dischi, libri e incisioni storiche, la storica scuola jazz e l’Italian Jazz Institute. Dal 2008 il suo presidente, uno stimato medico di medicina generale, il dottor Marco Battelli, al Louisiana è conosciuto come chitarrista e contrabbassista. Suona alternandosi in diverse formazioni in Italia e in Europa.
Per due volte si è esibito all’Umbria jazz festival; nel 2001 e 2002 ha frequentato il corso di alta qualificazione musicale di Siena. Il dottor Battelli ha condiviso il palco con alcuni tra i più noti musicisti jazz italiani e con Renzo Arbore e la sua orchestra. In tutti questi anni, il suo centro di gravità resta sempre il Louisiana con i suoi storici frequentatori, che negli anni hanno avuto la fortuna di assistere alle esibizioni di mostri sacri come Chet Baker e Duke Ellington, solo per citarne un paio. Ecco la sua storia attraverso le sue parole. Cominciai a studiare chitarra all’età di 14 anni – racconta Battelli – e dopo un paio d’anni, ancora ragazzino scoprii le atmosfere del Louisiana grazie al fratello maggiore di un amico. Ricordo il mio primo concerto: avevo 15-16 anni e in tasca 200 lire per il biglietto e 50 per l’autobus. L’ingresso costava 250 lire e per poter entrare fui costretto a chiedere lo sconto”.
Da quella sera, il Louisiana diventa una seconda casa e qui la sua passione per la musica matura fino a sfociare sul palco. Nonostante l’amore per il jazz, è insieme ad alcune band giovanili di musica beat che Battelli fa il suo esordio come chitarrista. Sono gli anni segnati dai movimenti e dalle contestazioni giovanili. Il Louisiana nel frattempo si afferma sulla scena nazionale, gli eventi cominciano a richiamare sempre più pubblico e il locale comincia ad ospitare musicisti di fama internazionale. L’idillio tra Battelli, la musica e il Louisiana conosce una pausa nel 1970. “Quell’anno mi iscrissi all’università e smisi di suonare per dedicarmi allo studio. Nel 1977 assunsi l’incarico di medico di medicina generale e qualche tempo dopo tornai a dedicarmi alla musica, questa volta per studiare il contrabbasso”. Dopo un paio d’anni trascorsi ad apprenderne la tecnica, nel 1981 Battelli si iscrive a un corso di armonica e contrabbasso al Louisiana e l’anno seguente torna ad esibirsi sul palco del club. Dopo aver traslocato in uno spazio di Palazzo Ducale e nell’ex cinema Ritz, la compagnia del Louisiana dopo trent’anni di attività si trova ad affrontare una fase itinerante. Tre anni di esilio errante in vari contesti dell’hinterland cittadino, fino a che, nel 1998, il nucleo storico dei soci si mette alla ricerca di un nuovo spazio. Parallelamente, c’è anche il progetto di dar vita ad un Museo del Jazz e di consolidare l’attività della Scuola che negli anni ha sfornato tanti talenti locali e non.
Questa volta dunque l’obiettivo è di acquistare un locale di proprietà, per svincolarsi una volta per tutte dal rischio sfratto. In breve tempo- si legge nel racconto di Egidio Colombo, autore del libro ‘Genova in Jazz, fra storia e cronaca, biografia del Louisiana’ – venne raggiunta una cifra ritenuta sufficiente per la metà del valore di un locale del genere: il resto poteva essere affrontato con l’accensione di un mutuo. Battelli, che continua a condurre la sua attività di medico di medicina generale, diventa tesoriere per la ‘cordata’ e si fa carico delle pratiche d’acquisto e per l’accensione del mutuo. “Siccome era fatto a nome di una società e non di un singolo, la banca aveva preteso delle garanzie. Io feci un’ipoteca sull’appartamento in cui vivevo. Un altro socio la fece sul box auto. A mia moglie ovviamente lo dissi solo dieci anni dopo”. Nel 2008, all’estinzione del debito con la banca, la dedizione alla causa e le sue capacità amministrative gli valgono il ruolo di presidente del Club: “Oltre a me, saranno circa una decina i colleghi che lo frequentano. Per un periodo avevamo fatto un quartetto di medici con cui è capitato di esibirci a margine di alcuni congressi. Nel 2011 abbiamo anche suonato nella sede dell’Ordine di Genova in occasione del suo centenario