La data è ormai fissata. Vicina più che mai. E nessuna proroga potrà allontanarla. Poco più di centoventi giorni e Casale Monferrato dovrà dire addio ad un altro tassello della propria sanità. L’interventistica della Clinica Sant’Anna cesserà di esistere, a partire dal prossimo 1° luglio, lasciando un vuoto incolmabile per il sistema ospedaliero casalese. Difficile, anzi, impossibile, pensare che gli interventi di piccola e media complessità, come la semplice rimozione di una ciste, possano essere assorbiti dall’Ospedale Santo Spirito, oberato da lunghissime liste d’attesa che paralizzano l’operatività di un territorio vasto ed importante come quello in cui viviamo. Ma non è, tristemente, tutto. La Clinica Sant’Anna, con ogni probabilità, sembra destinata a perdere anche il reparto di diagnostica: TAC e risonanze magnetiche, tanto per intenderci, non verranno più effettuate all’interno dell’istituto di viale Cavalli d’Olivola, perché lo spazio non è sufficiente a soddisfare le necessità di tale attività.
Cosa ne sarà del futuro della Clinica Sant’Anna, per anni polo di eccellenza della sanità monferrina? La Regione ha deciso di trasformarla in un centro di cura per pazienti psichiatrici. Degenti non pericolosi, affetti da patologie depressive o riconducibili all’alcolismo.
Tutto questo, come ricordato nelle scorse settimane dall’Amministratore della Sant’Anna, Giacomo Brizio, con un budget ridotto all’osso: soltanto 5,3 milioni di euro per la cura di 77 pazienti.