A seguito dell’attivita’ investigativa, condotta congiuntamente dai militari del nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri e dal personale della squadra mobile della locale questura, che ha portato all’arresto, lo scorso 18 gennaio, dei fratelli izzo – Antonio e Francesco – e di Caruso daniele, ritenuti responsabili dei fatti accaduti la notte tra il 25 ed il 26 ottobre dello scorso anno nel quartiere Cristo di Alessandria, gli investigatori sono riusciti, nel proseguo delle indagini, mai interrotte, ad individuare il nascondiglio nel quale era stata occultata l’arma da guerra che si ritiene sia quella usata per esplodere le raffiche di proiettili che hanno colpito il bar alba e alcuni edifici vicini.
L’intervento é stato illustrato durante una conferenza stampa che si é tenuta stamattina, martedì, poco prima di mezzogiorno, al Comando provinciale dei Carabinieri.
Si tratta di una pistola mitragliatrice marca uzi, di fabbricazione israeliana, custodita all’interno di una busta unitamente al suo caricatore, bifilare, con inseriti 6 proiettili cal. 9.
L’arma – che la storia ha reso una sorta di icona quale “mitraglietta” per eccellenza e che si caratterizza per la sua impressionante potenza di fuoco, e’ verosimile appartenga ad una versione introdotta dopo gli anni ’60 in quanto con il calcio in metallo – era stata nascosta in un vano ricavato ad hoc all’interno di un’auto intestata a terzi, del tutto ignari della sua presenza, della quale le indagini inducono a ritenere che gli arrestati avessero comunque la disponibilita’.
Nello stesso nascondiglio gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato anche un revolver marca ruger mod sp101 con 5 colpi cal. 38 special (l’arma e’ in grado di utilizzare anche proiettili cal. 357 magnum), carico e pronto all’uso – che i primi accertamenti hanno gia’ consentito di individuare come provento di furto commesso una decina di anni fa nel ponente ligure – oltre ad ulteriori proiettili cal. 9 (45) e cal. 38 (30).
Le indagini proseguono, anche allo scopo di accertare se le armi in questione siano state eventualmente utilizzate per commettere altri gravi delitti.