Cara (finta) amica,
d’accordo, le mie condizioni economiche non sono come quelle di Berlusconi o degli Agnelli, certamente inferiori a quelle di chi ha un impiego, un posto fisso, specialmente pubblico che di questi tempi vale molto, e anche la mia vista non è più quella di una volta, tanto è vero che sono costretta ad usare occhiali da lettura.
Però quando li indosso ci vedo bene, e per essere sicura di averci visto proprio giusto ho preferito anche fotografare la data di scadenza del “prezioso regalo pensato con il cuore” che mi hai fatto per Natale. Sai che sono una appassionata di cucina e da lì, l’idea geniale di regalarmi una bottiglia di una rinomata marca di olio. Purtroppo, già appena aperta la confezione regalo, qualche dubbio iniziava a farsi strada: come mai sul tappo c’era la celebrazione del centenario della casa produttrice? Cadeva nel 2011.
La curiosità della cronista prende il sopravvento: guardo la data di scadenza: 30.09.2013. Incredibile! Mi hai rifilato una bottiglia di olio scaduto, un avanzo di dispensa!
Mia cara, credimi, te lo dico per vissuto: nella vita ho attraversato situazioni difficili, a volte veramente critiche, e nemmeno in quei frangenti nessuno ha mai provato ad umiliarmi come, invece hai fatto tu.
Tantomeno chi si proclamava “amica, come fossi una sorella!”.
Difficile, infatti, credere in una tua dimenticanza. Chissà da quanti anni avevi quel “pacco” in casa, pronto da rifilare a qualcuno.
Bella mia, tra una telefonata e l’altra, quelle che fai continuamente dal posto di lavoro e che rallentano l’attività per cui sei pagata, ricordati una cosa: stavolta hai trattato da pezzente la persona sbagliata.
Con infinita commiserazione,
Annamaria Agosti
5 gennaio 2015