È il titolo della pellicola di Steven Spielberg in cui si narra un evento storico, di portata fondamentale per la pace negli anni ’50, ambientato nei tempi della guerra fredda
Spielberg, nel film uscito in occasione del Natale 2015, racconta la storia dell’avvocato James Donovan, apprezzato legale d’un importante studio d’oltre Oceano al quale è stata affidata la difesa di Abel, un’integerrima spia russa catturata dagli americani.
Il soggetto da difendere è inviso da tutta la popolazione al di là dell’Atlantico in quanto, ritenuto un’abile informatore, eppure occorre sottoporlo ad un processo per l’opinione pubblica rigoroso, nel contempo dare l’impressione alla controparte di adempiere il più possibile all’equa giustizia.
Il nostro avvocato riesce a strappare dalla pena capitale l’imputato, è preso di mira dalla popolazione, la sua famiglia è sotto il mirino dei benpensanti: insomma non c’è pace per il bravo legale.
Gli americani addestrano con severità, un questo contesto, un gruppo di piloti scelti fra i migliori per fotografare, ad altissima quota, i punti strategici sul suolo avverso.
Uno degli aerei – spia, nel contempo inviato in missione, è stato intercettato, bombardato, ma il pilota riesce a salvarsi azionando, seppur con spettacolari difficoltà, il paracadute, quindi catturato.
Le due potenze hanno, ciascuna, nelle mani un personaggio scomodo, per cui intendono effettuare lo scambio, il prima possibile.
Incaricato per questo delicato compito è l’avvocato James Donovan, proprio il difensore della spia Abel.
È questa la veloce descrizione della complessa trama, ben articolata nei suoi punti più salienti, attrae l’attenzione dello spettatore; non è una pellicola adatta a tutti, seppure nel complesso sia ben congegnata, pertanto i 141 minuti scorrono in un attimo.
Franco Montaldo
29 dicembre 2015