Per il futuro della Clinica S. Anna di Casale è necessario un passaggio transitorio di almeno un anno/ un anno e mezzo per modificarne l’operatività. Credo che pur nel rispetto delle loro diversità di obiettivi della sanità pubblica e privata e delle esigenze di bilancio sia dovere della Regione venire incontro a dei privati che fino a ieri hanno sopperito alle esigenze anche della sanità pubblica e che oggi si vedono cambiare, dalla mattina alla sera, le regole del gioco”. A chiederlo il consigliere regionale di Forza Italia, Massimo Berutti che ha discusso martedì una interrogazione al riguardo.
“Non sfuggirà all’assessore – continua l’azzurro – che la Clinica casalese se era capace di sostenere oltre 3mila interventi all’anno lo faceva grazie a del personale che era attrezzato e retribuito in proporzione alla complessità degli interventi che operava. La riorganizzazione voluta dal centrosinistra che sostituisce i 45 posti letto assegnati fino ad oggi per l’attività interventistica, i 15 posti di medicina generale e i 20 di lungodegenza con 53 posti letto per psichiatria e 24 per la continuità assistenziale è chiaro che preveda personale diverso o comunque una riconversione per non abbassare i livelli qualitativi garantiti storicamente dal presidio. Questa non è un’attività immediata e va accompagnata visto che ci sono anche pesanti ricadute occupazionali: le quali non possono essere considerate di serie b perché riguardanti personale operante nel privato”.
Aggiunge il consigliere regionale di Forza Italia: “La decisione dell’assessore Saitta e del centrosinistra peraltro non prende in adeguata considerazione le 7.500 firme raccolte in meno di quindici giorni e consegnate al presidente del Consiglio regionale Mauro Laus dal già sindaco Giorgio Demezzi e da una delegazione di cittadini che hanno domandato di rivedere gli accordi con la proprietà della struttura. Derubricare – così come ha fatto l’assessore durante la discussione della mia interrogazione – la questione come su scala cittadina mi pare veramente in sfregio al rispetto dei cittadini e delle loro istanze”.
Conclude Berutti: “Pertanto confido che si preveda una dilatazione dei tempi per avviare una riorganizzazione in progress dell’attività svolta dalla Clinica Sant’Anna. Resto invece perplesso sull’assenza di risposte da parte dell’assessore su come intenda garantire che il Casalese non venga impoverito in termini di copertura dei servizi sanitari. Su questo punto denuncio però la non omogeneità di scelte compiute dalla Giunta regionale sul territorio piemontese: scelte spesso attivate in funzione del consenso e non di criteri oggettivi”.
25 novembre 2015