Le rocce contenenti amianto sono state rinvenute nel cantiere Finestra di Cravasco in Valpolcevera (GE) il 22 luglio e trasportate in questi giorni nella parte nord della provincia torinese a Torrazza Piemonte.
Dello smaltimento si è occupata la ditta HTR Bonifiche, per conto di Cociv, trovando come partner Ambienthesis S.p.a. e Torrazza s.r.l. che gestiscono l’impianto piemontese.
Finora sembrerebbe tutto in regola, ma non mancano dubbi e problematiche. Questa volta però a sollevarli non sono solo quei “visionari” dei comitati No Terzo Valico (che hanno visto l’amianto prima che venisse trovato!) ma anche i sindacati. In primis quelli dei lavoratori edili (Fillea-CGIL) e, a seguire, anche quelli della polizia attraverso il SIAP.
La preoccupazione è tanta soprattutto perché l’amianto è volatile e chi lo maneggia, specie allo stato di polvere, deve seguire rigidi protocolli di protezione e decontaminazione. Se i lavoratori del cantiere abbiano, o meno, ricevuto idonee protezioni ed istruzioni per maneggiare le terre contaminate non è ancora certo. Tuttavia a lanciare l’allarme è il SIAP, che evidenzia la mancanza di dotazioni di sicurezza per gli agenti in servizio nel cantiere.
Intanto, mentre il Movimento No Tav Terzo Valico presenta le prime denunce sulla gestione dell’amianto all’interno del cantiere, noi ci interroghiamo su altre problematiche. Quanto amianto sarà rinvenuto? Gli impianti di smaltimento piemontesi dovranno contenerlo tutto? Ne hanno la capacità?
Oggi, con l’avvio della maxi bonifica di Casale, abbiamo già tantissimo materiale da smaltire nell’immediato. Possiamo permetterci di saturare le discariche esistenti con le terre contaminate di un’opera pensata trent’anni fa e ormai priva di utilità comprovata? Sicuramente a pagare saranno di nuovo i cittadini piemontesi con le loro tasse, che finiranno nel “buco” del Terzo Valico, e con maggiori spese per costruire nuove discariche o per spedire l’amianto in Germania.
Paolo Mighetti – Consigliere Regionale MoVimento 5 Stelle Piemonte
15 agosto 2015