L’arte in famiglia è sempre un aspetto da considerare, poi se si tramanda di padre in figlio assume un aspetto continuativo ovvero l’arte di generazione in generazione
Gianfranco Oddone è figlio d’arte. Il padre è stato apprezzato cesellatore per cui non è stato difficile cogliere le versatilità della matita da trasformare sia per i lavori su tela, come nella terza dimensione, acquisita da Gianfranco.
Le sue opere, create fra tavolozza e pennello, hanno subito una naturale trasformazione per cui da un’impronta piuttosto impressionista, si è evoluta lentamente, per arrivare ad oggi con l’impiego esclusivo della spatola.
La fantasia non è fermata. Anzi ha proseguito attraverso le figure scolpite, create con diversi materiali: dal legno al ferro senza distinzioni di sorta.
L’arte non si è fermata qui, ha contagiato il figlio Massimiliano, l’ultimo rampollo di una famiglia di artisti, il quale proprio in fantasia non difetta.
La scuola di nonno Stefano, bravo modellatore in sbalzi in rame; Gianfranco, il padre, incisivo pittore e scultore, ha proseguito nel cammino all’insegna del figurativo per soffermarsi nella centralità degli argomenti sui quali concentra costantemente gli sviluppi, la cui caratteristica è il paesaggio tratto assai più dalla fantasia, pur tuttavia restando nel concreto.
La sua visuale è infinita, si muove su uno spazio grandioso, ricco di idee nuove, anzi innovative per merito di una formazione diretta, sotto lo sprono attento del padre il quale è abbondante di critica, un dono innato per suggerire, incutere, spronare migliorare sulla scorta di provata esperienza
La scuola di Massimiliano è questa: ossia quella spontanea, tutta in famiglia, protesa all’arte, nell’ambito del figurativo.
La sua sensibilità è integrata, anzi si confonde, espandendosi verso un cromatismo di tratti, laddove dominano le ricche tinte, dai contorni suggestivi, rimarcati dall’abbinamento colore – tratto, scelti, entrambi con l’accurata attenzione.
Il risultando è in perfetta armonia d’insieme.
Il pensiero di Massimiliano si modella su un soldo piedistallo, incline alla pittura, predisposto alla delicata ricerca di quanto ci circonda, intravisto da una mano abbondante di tanta individuale personalità, attenta ad osservare la parte migliore, la più serena, la più concreta della configurazione paesaggistica, anche se parecchie volta la fantasia sfonda nel surreale.
Franco Montaldo
24 giugno 2015