Oltre 6 mila persone solo su Facebook hanno letto l’articolo dell’imprenditore aggredito in casa sua a Volpeglino; a questi se ne aggiungono tantissimi altri che hanno letto l’articolo senza passare da Facebook.
Sono diverse migliaia di persone, ma nessuno che in 24 ore da quando è stato pubblicato l’articolo, abbia fatto un commento: né sulla pagina FB, né sulla sezione del sito dedicata ai commenti, come se due banditi che entrano nelle nostre case, legano la nostra compagna, ci picchiano e ci derubano fosse la cosa più naturale del mondo.
Lo confessiamo: siamo stupiti. In senso negativo ovviamente, perché questo significa che la delinquenza, i furti, le aggressioni persino in casa propria stanno diventando quasi la normalità, cioè un episodio come tanti altri.
E’ vero, ultimamente come giornale abbiamo pubblicato moltissimi articoli di cronaca nera, ma questo è il nostro lavoro; non possiamo sottacere o nascondere i gravi fatti di cronaca di cui veniamo a conoscenza, ma questo non significa che i lettori debbano abituarsi ad una società sempre più violenta dove la libertà sta diventando un lusso.
Semmai è il contrario: i gravi fatti di violenza che nostro malgrado siamo costretti a scrivere dovrebbero stimolare le persone a chiedere a gran voce, ai nostri politici, di attivarsi in merito aumentando il livello di sicurezza nelle nstre città.
Non dobbiamo abbassare la guardia perché è bene ricordarsi che tutte le rivoluzioni che hanno cambiato il mondo sono nate dai cittadini.
Non chiediamo, ovviamente, di prendere i forconi e di rivoltarci contro chi ci amministra, ma accettare supinamente quello che sta accadendo intorno a noi significa il contrario: mollare la presa e consegnare la nostra libertà a rapinatori, ladri, truffatori, e altra feccia della nostra società.
E’ questo che vogliamo?
21 giugno 2015